Spieghiamo intanto ai più giovani cosa significa l’espressione. Nel 1994-95, quando cadde il primo governo Berlusconi (la Lega si sfilò, la procura di Milano gli mandò un avviso di garanzia in pieno vertice G8 a Napoli), si fece un “governo del presidente” (era Scalfaro, un democristiano perbene e piuttosto beghino), con tutti dentro tranne Berlusconi e Lamberto Dini (ex direttore della Banca d’Italia imposto da Cossiga e inviso a tutta la Banca d’Italia, ex Banca dei regolamenti internazionali, imputato allora e subito dopo condannato per bancarotta fraudolenta, ecc), presidente del consiglio.
Un vero rospo indigeribile. Ciò nonostante, l’orrore di vedere Berlusconi e Fini (ancora segretario di Alleanza Nazionale, insieme a Gasparri, La Russa, Storace, et similia) al governo era stato tanto da far sorgere la domanda: lo appoggiamo anche noi?
Da allora fu la pistola puntata alla tempia di qualsiasi tentativo di proporre una politica appena un po’ “di sinistra”: “eccovi là, voi estremisti, pronti a far tornare Berlusconi con le vostre critiche ideologiche alle necessarie politiche di risanamento!”. Conosciamo il risultato: Berlusconi è rimasto lì fino a che i grandissimi poteri globali non hanno deciso di rimuoverlo. E per quanto riguarda il “risanamento”, beh, i fatti parlano da soli… I lavoratori hanno perso oltre il 30% del potere d’acquisto, le pensioni non bastano più a sfamare chi le percepisce, i giovani possono lavorare solo da precari, i diritti sono considerati “privilegi”…
Non per questo i “realisti” dell’appecoronamento a qualsiasi governo non veda Berlusconi alla guida hanno fatto ammenda. Anzi, più queruli di prima tornano sul tema, addirittura con le stesse parole, addirittura con un governo della Trilateral e dei “banchieri di dio” (titolo loro, bellissimo peraltro) con Berlusconi all’interno della maggioranza che lo sostiene. Obtorto collo, è vero, ma lo sostiene.
E ancora una volta è “il manifesto” a proporsi come palcoscenico per un “dibattito” avvelenato fin dalle premesse.
Il primo a porre il problema, probabilmente invocato da una Norma Rangeri in evidente disagio nel ruolo di “oppositore frontale”, è stato uno smarrito Marco Revelli.
Marco_Revelli_-_Bacio_il_rospo_Monti_per.doc29 KB20/11/2011, 09:32
Poi le reazioni (non le riportiamo tutte):
Giuseppe_Aragno_-_MONTI__CO_NEOLIBERISMO_ALLA_LUCE_DEL_SOLE.doc29 KB20/11/2011, 09:37
Pierluigi_Sullo_-_Il_governo_dell1_per_cento.doc26.5 KB20/11/2011, 09:37
Ida_Donminijanni_-_Altro_che_opposti_estremismi.doc14 KB20/11/2011, 09:38
A noi che diciamo la nostra senza problemi – vedi alla sezione “documenti” (https://www.contropiano.org/it/archivio-news/documenti/item/4843-monti-un-governo-per-%E2%80%9Cla-lotta-di-classe-dall%E2%80%99alto%E2%80%9D) – resta la domanda, rivolta a tutti i “riformisti realisti”: possibile che non siate mai in grado di elaborare un punto di vista autonomo sullo stato delle cose? Possibile che la vostra pretesa di interpretazione del reale si spenga sempre, all’atto pratico, davanti all’alternativa posta dall’avversario (“o me o Lui”)? Possibile che non ci sia altro modo di essere “di sinistra” se non accodandosi al primo cane pastore che passa, ma storcendo il naso? Possibile che il ricatto che vi mettono davanti al naso non sia mai abbastanza intollerabile da farvi avere uno scatto di orgoglio? Possibile che non vi basti mai?
Noi pensiamo che si possa fare di meglio. Che sia faticoso, certamente, come ogni nuotata controcorrente. Ma non ci sono molte alternative: o si va controcorrente o si viene trascinati là dove la corrente porta. Che, se va bene, è il mare dell’indistinto; se va male, è un banale tombino. Con quello che c’è sotto…
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