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Napoli. Vecchioni cessa la collaborazione con De Magistris

Con una lettera inviata al consiglio di amministrazione del Forum delle Culture 2013 di Napoli, Roberto Vecchioni si è dimesso dalla carica di presidente. Secondo quanto riportano organi di stampa la missiva, datata 7 gennaio, è stata preceduta da una telefonata al sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. La notizia delle dimissioni è stata confermata da Palazzo San Giacomo. Vecchioni era stato nominato presidente circa tre mesi fa e le dimissioni giungono a pochi giorni dalla prima riunione operativa sull’evento. La lettera giunge dopo le polemiche relative al suo compenso. Nella missiva, Vecchioni esprime amarezza sulla possibilità di fare cultura resa impossibile dalle circostanze.
Alcuni giorni era stato il giovane e rampante manager dei rifiuti, Rafael Rossi, a interrompere la collaborazione con la giunta De Magistris.  Chiamato da Torino a gestire l’azienda municipale dei rifiuti, Asia, aveva registrato tra i motivi di ”conflitto” tra Rossi e il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris,  23 assunzioni che il manager non ha fatto. ”Erano inutili. Secondo un parere legale che ho chiesto, erano fuori dal diritto – precisa Rossi – . Ma in quel contesto, che non e’ il mio, le pressioni sociali sono molto forti”. “Ciò che sta succedendo a Napoli nasconde altro. Diventa un tentativo di diffamazione che serve a punire chi dice “no” ed è un deterrente per gli altri, affinché siano più malleabili. Un meccanismo tipico che ho imparato a conoscere e che per fortuna non mi coglie impreparato. Cosa ci sia dietro questo tentativo non lo so”. Ma Rossi ci tiene a precisare che “Sono certo che non abbia a che fare con il sindaco Luigi De Magistris, ma il contesto è così complicato che non posso accettare di essere isolato”.
La replica arriva dal vicesindaco Tommaso Sodano (Prc) “E’ una tempesta in un bicchiere d’acqua. E’ stata fatta un’osservazione su un ordine del giorno sui rifiuti proposto da alcuni consiglieri, compresi quelli che hanno firmato l’osservazione. Su quell’ordine del giorno ho espresso parere favorevole: invitava tra l’altro l’Asia a completare l’assorbimento dei lavoratori del vecchio consorzio di bacino Napoli 5”. In una intervista a Repubblica il vicesindaco afferma che “C’era stata una delibera di giunta ad agosto che parlava di valutare il completamento dell’assorbimento. Sono gli ultimi su oltre 3000 rimasti senza stipendio e per impegno della vecchia amministrazione alla scadenza della mobilità dovevano essere assorbiti. Ma non è certo che lo saranno e al momento sono gli unici danneggiati. È fuorviante dire che la sostituzione del presidente è avvenuta per questo, nessuno aveva chiesto in modo imperativo di assumerli. La sostituzione di Rossi l’avevamo concordata a ottobre, se n’è riparlato a metà novembre e lui ci aveva chiesto di arrivare al 16 dicembre. Poi tutto è slittato a fine dicembre”. Ma su questo passaggio Rossi ha detto di non sapere nulla. “Dice il falso purtroppo, ci sono molti testimoni” replica Sodano.
Le polemiche sulla gestione di Raphael Rossi erano cominciate con un servizio sulle pagine del quotidiano locale Il Mattino, secondo il quale il motivo della rottura sarebbero divergenze sullo stipendio di Rossi. Il vicesindaco con delega all’Ambiente, Tommaso Sodano, aveva chiesto una relazione su questo ai dirigenti dell’Asia sull’operato di Rossi. Il contenuto di questo rapporto viene pubblicato dal Mattino: si parla di consulenze per 150 mila euro che hanno fatto “storcere il naso a più d’uno”. Sono per la società Studium e per 4 persone di stretta fiducia di Rossi. Lui ha buon gioco a difendersi scrivendo allo stesso Mattino che l’ammontare di quelle consulenze non arriva a 150 mila euro, che in ogni caso la cifra non è scandalosa e che la decisione era nei suoi poteri. Ma sulla Napoli vetrina si addensa un’altra nube: quella della Coppa America. Originariamente si doveva svolgere a Bagnoli, ma i comitati ambientalisti e i movimenti sociali avevano sollevato numerose opposizioni. Adesso sembra che si sposterà sul lungomare all’altezza di via Caracciolo ma la decisione deve fare i conti con i vincoli segnalati dal soprintendente Gizzi. Una domanda sorge spontanea: ma veramente Napoli ha bisogno di star ed eventi di immagine piuttosto che di misure che entrino nella carne viva delle contraddizioni sociali di questa metropoli? Si potrebbe cominciare dal lavoro, ad esempio.

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