Una conferma della intenzioni del governo: riduzione della copertura fin dal prossimo anno (più grave al Nord che al Sud, per ora) e “spalmatura” solo dichiarata verso i precari. Le condizioni per poterne usufruire, da parte di questi ultimi, sono praticamente impossibili; o comunque raggiungibili solo da una fascia molto ristretta.
E’ questa la sostanza del “periodo di transizione” disegnato da Fornero prima dell’andata a regime della “riforma”. E’ importante notare cme non si parli affatto di “risorse aggiuntive” per la copertura dell’Aspi (assicurazione sociale per l’impiego), che va progressivamente a sostituire quasi tutti gli altri ammortizzatori sociali (meno la cig ordinaria). In pratica, con i soli della cig e della mobilità – finanziate congiuntamente da imprese e lavoratori mediante contributi mensili – si fa l’Aspi, che dovrebbe in teoria coprire anche i precari. Lo stato, insomma, non ci mette un euro: prende i soldi del fondo co-finanziato e ci fa un mini-ammortizzatore appena un po’ più esteso.
Facciamo degli esempi pratici su un’azienda che stia in questi giorni trattando per la chiusura dell’attività:
– con gli ammortizzatori attuali, tutti i lavoratori hanno diritto a due anni di cassa integrazione straordinaria, seguiti da altri due anni di mobilità per gli under 50, che diventano 3 per gli over 50:
– con il “prospetto Fornero”, invece, abbiano una prima differenziazione regionale:
a) al Nord: niente più cigs dal 2013, ma solo mobilità e per giunta ridotta (12 mesi fino a 30 anni, 18 dai 40 ai 49, 30 mesi per gli over 50); in pratica si passa da 4 o 5 anni di assegno assicurato a solo uno per i più giovani, uno e mezzo per gli over 40 e due e mezzo per gli over 50. Un taglio decisamente spaventoso, che ha fatto parlare persino il “complice Raffaele Bonanni di “ecatombe sociale”.
b) al Sud: niente più cigs dal 2014 e mobilità ridotta a 18 mesi (invece di 24) fino ai 30 anni di età, 30 mesi (invece di 36) da 40 a 49 anni e 40 mesi (invece di 48) per gli over 50. In pratica si passa da un periodo di copertura di 4 anni per i più giovani (5 per i “mezza età, 6 per gli ex prepensionabili) a uno molto più breve, nell’ordine così differenziato: un anno e mezzo, due e mezzo, tre e quattro mesi.
Sull’entità dell’assegno in cifra netta, mancando indicazioni sul livello della tassazione, non possiamo dire molto. A occhio, però, è evidente che si tratterà di assegni mensili più bassi degli attuali e di valore abbattuto molto rapidamente (-15% ogni sei mesi).
La miseria, dunque, come progetto statale.
Eccovi i dettagli dal Sole 24 Ore, certamente molto “dentro” i palazzi del potere.
http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2012-03-13/nuovo-sussidio-nord-mobilita-215027.shtml
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