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Se il Campidoglio celebra la X Mas…

Dire che il Campidoglio è diventata la “casa dei fascisti” non è una provocazione nè una esagerazione. E l’ultima dimostrazione che si tratta di una pura e incontestabile verità viene dall’intenzione della giunta Alemanno di celebrare la memoria di due combattenti della X Mas – due marò – insieme all’associazione Flottiglia X Mas, al Campo della Memoria e all’Armata Silente. Nomi fantasy che però naturalmente nascondono gruppi di estrema destra, nostalgici del fascismo. La allegra cerimonia è prevista all’interno dei Musei Capitolini il 19 giugno, per l’esattezza nella Sala Pietro da Cortona. A pochi giorni dall’infausto evento però è scoppiata la polemica. Non bastano gli 11 milioni di euro regalati a Casapound? Non basta il tentativo di far tenere un comizio al leader neonazista Franco Freda poi sfumato solo per la marcia indietro del sindaco Alemanno di fronte alle prime proteste? Non basta che mentre si dice di voler intitolare una via di Roma al partigiano Bentivegna al contempo se ne vuole dedicare un’altra al Finanziere che, a guerra praticamente finita, cercò di ammazzare il Bentivegna stesso solo perchè difendeva dei manifesti antifascisti sui muri di Roma? No, non basta. I camerati romani dal sindaco con la celtica al collo pretendono di più, molto di più. Anche a costo di metterlo in guai sempre più seri.
Sui quotidiani locali di Roma impazzano le dichiarazioni di fuoco di esponenti del PD e della Federazione della Sinistra, che giustamente si chiedono come è possibile che la X Mas, una formazione combattente della Repubblica fascista e fantoccio di Mussolini, possa essere celebrata all’interno di una sede istituzionale. E non è neanche la prima volta che avviene, ricordano Marini e Foschi – del PD – visto che nel 2011 tra gli oratori oratori dell’evento ‘culturale’ ci furono niente meno che Mario Merlino e Gabriele Adinolfi. 
Celebrare la X Mas non vuol dire solo onorare il fascismo e i crimini compiuti da Mussolini e dai suoi, ma anche la trama nera che ha seminato morte e paura a partire dal dopoguerra, all’interno della quale la creatura di Junio Valerio Borghese e la sua rete furono spesso protagonisti di complotti e operazioni di chiaro stampo golpista. E quindi sarebbe il caso che la cerimonia non si celebrasse.


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