Menu

Genova-Roma. Giustizia alla prova del fuoco

Dieci persone tra le migliaia che accorsero a Genova nel 2001 per contestare l’autoritarismo e la violenza dell’ordine globale, intuendo gli sviluppi su cui la crisi ci porta oggi il conto, oggi vedranno confermate o smentite in Corte di Cassazione le pesanti condanne che hanno subito negli scorsi anni per le manifestazioni , gli scontri , la resistenza opposta.

Pur essendo accusati solo di reati contro le cose (vetrine ecc) i manifestanti rischiano pene incredibili. Una sentenza scandalosa è stata infatti quella di secondo grado, più che una sentenza una “vendetta” come la definì allora Haidi Giuliani. Utilizzando un detrito del codice fascista, il reato di “devastazione e saccheggio” (lasciato dai Costituenti perchè pensato per i tempi di guerra) la procura e il tribunale hanno trasformato l’accusa di danneggiamenti (che ora sarebbe ampiamente prescritta) in quella appunto di devastazione e saccheggio che ha permesso al tribunale di erogare condanne fuori dalla realtà: da sei anni e mezzo fino a quindici anni (!!) le condanne in secondo grado! Sarebbero anche i primi manifestanti ad andare in prigione con condanne definitive per una manifestazione di piazza dopo molti anni, diventando i capri espiatori per le giornate di Genova 2001, in cui la realtà fu ben diversa!!

Tutti ricordiamo l’assalto ai cortei dei cosiddetti corpi di sicurezza (il cui carattere proditorio, almeno per via Tolemaide, è stato provato anche in sede processuale grazie agli audio di servizio della polizia), i pestaggi indiscriminati, gli spari che portarono all’assassinio di Carlo Giuliani… e poi la mattanza della scuola Diaz, le violenze e le umiliazioni vigliacche a Bolzaneto! Un quadro anticipato già dalle giornate napoletane del Global Forum con le cariche in piazza e le torture della caserma Raniero.

Ebbene a fronte di quella che anche secondo Amnesty International è stata la “più grande sospensione dei diritti democratici in uno stato occidentale nel dopoguerra”, le responsabilità sono rimaste praticamente intoccate e occultate, l’impunità pressochè totale. L’assassinio di Carlo Giuliani è rimasto addirittura senza processo, la celere incappucciata della Diaz è rimasta ignota, i pochi poliziotti condannati sono rimasti in servizio e molti hanno fatto carriera, nel governo nessuno è stato toccato, il capo della polizia De Gennaro è diventato sottosegretario, le comunicazioni di servizio dei carabinieri non sono mai state rese pubbliche, la commissione parlamentare d’inchiesta non è mai stata fatta e anche quei funzionari che sono stati condannati per le falsificazioni e le molotov pre-fabbricate per coprire l’assalto alla scuola Diaz ne subiranno conseguenze solo amministrative (a cui, ci si può scommettere, verrà trovato un paracadute…). 

In questo caso i manifestanti che si difesero o reagirono in un contesto assurdo e imprevedibile vengono posti invece come capri espiatori con condanne inconcepibili. Per questo a Napoli e in tutta Italia verranno tenute iniziative in piazza, assemblee, mobilitazioni per denunciare ancora quest’ingiustizia e questo ribaltamento di ruoli. Affinchè la Cassazione non renda definitivo lo scempio di ogni principio minimo di equità.

Oggi Piazza Cavour a Roma, davanti alla Corte di Cassazione, ci sarà un presidio-conferenza stampa di solidarietà con gli imputati in contemporanea alla seduta della Corte che deve decidere. Neigiorni scorsi l’appello solidale “Genova 10×100” ha raccolto migliaia di adesioni

Ieri a Napoli duecento persone hanno partecipato all’assemblea pubblica sotto la Galleria Umberto di Napoli, un’iniziativa che come in altre città denuncia il rischio che  la Corte di Cassazione operi un ribaltamento di ruoli sulle giornate di Genova del G8 e che dieci manifestanti vengano sepolti sotto condanne pesantissime diventando i capri espiatori per occultare il grado di fascismo e di violenza militare con cui le “forza dell’ordine” gestirono quelle giornate. L’assemblea si è poi risolta in un corteo che ha attraversato via Toledo per concludersi sotto la Prefettura al grido: “Genova non è Finita: LIBERI TUTTI E TUTTE!”.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *