Come era prevedibile, tutti e 45 gli attivisti del movimento No Tav sotto processo a Torino sono stati rinviati a giudizio. E infatti il movimento non si sente sorpreso per la decisione del gup Edmondo Pio che oggi ha deciso di continuare il processo intentato contro gli imputati accusati per gli scontri avvenuti la scorsa estate in Val Susa. “Ce lo aspettavamo – hanno commentato al termine dell’udienza gli avvocati del Legal Team – ci giocheremo tutto in dibattimento”. Anche per Alberto Perino, influente leader No Tav, “é andata esattamente come si prevedeva”. Sulla stessa linea il commento apparso sui siti del movimento poco dopo la decisione del giudice “Che il copione, vecchio e noioso, fosse già scritto lo sapevamo da tempo, ed oggi ne é arrivata la conferma” scrivono. “Sorpresi? Per niente -aggiungono- Sconfitti? Neanche a parlarne!”. Al processo, che si aprirà il prossimo 21 novembre, i 45 imputati sono accusati a vario titolo di danneggiamento, lesioni e violenza a pubblico ufficiale. Reati politici, basati sulle testimonianze di esponenti delle cosiddette forze dell’ordine. Le indagini sui fatti avvenuti nelle manifestazioni del 27 giugno e del 3 luglio dell’anno scorso avevano inoltre portato a una raffica di arresti nel corso di una maxiretata ordinata lo scorso gennaio dalla Procura di Torino su ordine di Caselli. Degli arrestati degli ultimi mesi tre sono ancora in carcere mentre altri sono ancora sottoposti ad altre misure come gli arresti domiciliari o l’obbligo di dimora.
Oggi la decisione del gup è stata attesa da un folto presidio di attivisti No Tav e dei sindacati di base – Usb in particolare – che hanno manifestato davanti al tribunale.
Di seguito la presa di posizione del Movimento No Tav apparsa su diversi siti immediatamente dopo l’annuncio del giudice:
“Che il copione, vecchio e noioso, fosse già scritto lo sapevamo da tempo, ed oggi ne è arrivata la conferma: su 46 imputati, 45 rinviati a giudizio e andranno a processo il prossimo 21 novembre.
Tre ancora in carcere, in diversi con misure detentive che vanno dai domiciliari agli obblighi di dimora per reati che vanno dal danneggiamento, a violenza e lesioni a pubblico ufficiale.
Un processo imbastito secondo un teorema che trova (sconattissimo) conferma nei rinvii a giudizio avvenuti dopo aver aperto il processo entro i sei mesi utili alla carcerazione preventiva (fatto quasi mai visto) e dopo 15 giorni di udienze preliminari dove sono state rigettate tutte le richieste di inammissibilità delle difese.
Si è aperto anche il valzer delle parti civili, alcune indicibili come consorzi e ditte che in tribunale di solito ci vanno per i propri fallimenti e per le inchieste che le vedono coinvolte, agenti e sindacati di polizia che in un momento di crisi tenmtano anche loro di spuntare qualche eurino in più.
Sorpresi? Per niente
Sconfitti? Neanche a parlarne!”
Da NoTav.info
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Enrico
Da una parte c’è una società che ha tutto, potere legislativo, giudiziario, politico, economico, militare. Dall’altro c’è una società senza diritti e senza poteri, tradita anche (ormai è ben visibile) da quelle poche rappresentanze che si era costruita con il sangue e le lotte. Ed è chiaro ormai che tra le due società ogni possibile compromesso, ogni tentativo riformista è fallito, non ci sono più margini. E non ci sono molte alternative per la seconda società, o soccombe o comincia a costruirsi il suo potere, autonomamente dai traditori di Classe ormai chiari e visibili
Enrico