Una manifestazione che come tutti gli anni dal 2 agosto del 1980 attraversa il cuore della città per arrivare in stazione centrale. Il corteo (8.000 persone secondo la questura) è aperto dallo striscione bianco “Bologna non dimentica” con a seguire, quelli che ricordavano la strage del treno 904 e dell’Italicus. Quella di oggi è stata una manifestazione caratterizzata politicamente dallo scontro diretto tra il deputato Raisi (Fli) e il presidente dell’associazione familiari, Bolognesi: con il rinnovato e puntuale tentativo di rispolverare piste alternative alla strage fascista e piduista che uccise 85 persone e ferendone, gravemente, più di 200.
Altra nota è il “ritorno” di un rappresentante del Governo, dopo l’assenza di due anni, alla celebrazione: la scelta è caduta su Anna Maria Cancellieri, che divenne a suo tempo Commissaria straordinaria di Bologna, a seguito delle dimissioni del precedente sindaco PD Delbono travolto da uno scandalo di rimborsi pubblici e vacanze con segretaria amante.
La Cancellieri si è presentata ai familiari con la promessa di risolvere la questione dei risarcimenti mancati (dopo 32 anni), di un rinnovato impegno, ennesimo, per l’accesso ai documenti ancora segretati, e soprattutto con la richiesta di “normalizzare” politicamente la giornata con il “superamento delle contrapposizioni ideologiche, la commemorazione “non deve mai più essere un’occasione di divisione ideologica. Lo dobbiamo a loro, alle vittime innocenti della strage, ai loro famigliari, alle giovani generazioni e a noi stessi”. Insomma anche la memoria sullo stragismo deve essere montianamente “tecnica”.
Un ritorno comunque “prudente”: il Ministro dell’Interno ha scelto di parlare solo nella sede istituzionale del Comune e non pubblicamente dal palco allestito alla stazione FS, davanti alla folla che ha sempre fischiato i rappresentanti del Governo; infatti hanno preso la parola solo il presidente dell’associazione dei familiari Paolo Bolognesi e il sindaco Virginio Merola che nel ringraziare della presenza il Ministro è riuscito nell’impresa di dare il via a qualche fischio di contestazione.
Paolo Bolognesi ha attaccato duramente il parlamentare Enzo Raisi per i suoi tentativi di riabilitare i neofascisti Mambro e Fioravanti, ribadendo la natura fascista e dipuista (citando non solo Gelli ma anche Maurizio Costanzo dei tempi della direzione de “L’Occhio”) della strage e dei depistaggi.
A richiedere l’abolizione del segreto di stato anche il lungo e fotografatissimo striscione del sindacato di base USB con un riferimento alla politiche di macelleria sociale del Governo Monti: “Un solo taglio: al segreto di Stato”.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa