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La Cassazione: “fare il saluto romano è reato”

Va condannato chi fa il saluto romano, inneggiando al razzismo e al fascismo. La sesta sezione penale della Cassazione ha per questo confermato ieri la pena inflitta il 3 novembre del 2010 dalla Corte d’appello di Firenze a tale Lorenzo F., un 50enne che, con altre persone e durante una “pubblica riunione”, aveva effettuato il saluto mussoliniano scandendo “slogan inneggianti al razzismo e al regime fascista”. La gazzarra fascista si era svolta nel capoluogo toscano il 23 aprile del 2005.

La Suprema Corte, con la sentenza n.35549 depositata ieri, ha dichiarato quindi inammissibile il ricorso dell’estremista di destra secondo cui non vi era certezza che il soggetto ritratto nelle foto da cui era scaturita l’indagine fosse proprio lui.
Nelle fotografie, infatti, era raffigurato un uomo con il “capo coperto da un cappello, una sciarpa sul volto e un giubbotto imbottito”. Il riconoscimento dell’imputato si era quindi basato sulla testimonianza di un poliziotto, che aveva dichiarato di conoscerlo “dal 1990”.
La Cassazione, confermando la condanna, ha rilevato che “il giudice d’appello ha fondato il proprio convincimento sulla circostanza che gli imputati erano soggetti già noti alle forze di Polizia (in particolare alla Digos e alle Questure della Toscana) per la loro partecipazione ad altre manifestazioni del genere” e che il ricorrente “era pluripregiudicato e, perciò, anche sotto questo profilo, era noto alle forze di Polizia”. I giudici del merito, conclude la Suprema Corte, “hanno poi posto in rilievo come l’imputato avesse la parte inferiore del volto (dal naso in giù) coperta da una sciarpa, che non ne impediva il riconoscimento da parte di chi già lo conoscesse”.

In certi ambienti politici e giornalistici di ‘sinistra’ la sentenza non è stata accolta bene, in nome di una difesa della libertà di espressione che sfocia sempre più in una tolleranza nei confronti dell’estremismo neofascista e in una complicità con movimenti razzisti e violenti descritti colpevolmente in questi anni come associazioni di boyscout. In molti hanno tentato in questi anni di sdoganare il saluto fascista dagli stadi alla politica.
Ma la Cassazione non ha potuto fare altro che ricordare che nel nostro paese esistono delle leggi assai chiare nei confronti della esternazione pubblica dell’ideologia neofascista. Il fatto che poi le autorità di pubblica sicurezza e la magistratura nella maggior parte dei casi non le facciano applicare è il vero scandalo. Così come il fatto che in un bar della capitale, in zona Flaminio, campeggino busti e ritratti del duce di varia foggia e misura, senza che nessuno abbia avuto finora nulla da ridire. O che un sindaco di un piccolo comune della Provincia un sindaco dedichi un monumento al fascista Almirante e un sacrario al criminale di guerra Graziani sperperando 130 mila euro di denaro pubblico.

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1 Commento


  • gianni

    guardatevi bene l’immagine riguardante l’articolo……..secondo me..la cassazzione dovrebbe indagare anke tutti i..noti..famosi..personaggi vip…scordatelo..non si posson toccare sindacalisti..polverini..politici..gasparri..sarebbe come dire..finalmente la legge e’ ..al servizio della..verita’

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