Lo “sgocciolamento” verso il basso ha comprato il silenzio e il collateralismo di gruppi come Casa Pound. Ma adesso il Re è nudo e i fascisti si rivelano per quello che erano, sono, saranno.
“Perché odio quelli come Fiorito? Perché io sulla porta delle mie sezioni ho letto: “fasci di merda”, “fascisti tutti appesi” etc…. ma “ladri” mai… Ladri mi fa male, lo sento come una pugnalata nel cuore, e sento che è un sentimento diffuso…. e mi fa girare le palle, perché io non ho mai rubato una lira, la maggior parte di noi non ha mai rubato una lira, la maggior parte di noi ci ha rimesso soldi e tempo. Per colpa di un Fiorito devono pagare tutti? Fuori i farabutti dal partito” si sfoga così Antonio Tisci, referente lucano della componente alemanniana nel Pdl, sulla sua bacheca facebook. Emerge un forte disagio ed anche rabbia nella fascisteria nostrana per lo spettacolo offerto dalla “destra de panza e de governo” alla Regione Lazio. “La resa di Renata Polverini non travolge solo un intero sistema di potere ma l’idea stessa che ha animato uno spicchio importante di fascisteria che si potesse fare politica nel Palazzo, nel Potere in nome del progetto politico e della comunità. Tanto da elevare Roma e il Lazio a simboli della continuità post-missina e della Destra di governo” scrive Fascinazione, uno dei blog meglio informati e sofisticati sulla e della fascisteria. Un commento anonimo sullo stesso blog la manda a dire senza peli sulla lingua “Che fare? Ricopriamoli di sputi ogni qualvolta ci capitano a tiro, esigiamo che restituiscano i soldi rubati e che vadano finalmente a lavorare. Poi qualcuno di costoro, dovrebbe emulare il grande Mishima,commetta suicidio pubblicamente come monito ed esempio per i giovani (e non) camerati in buona fede”. La vicenda della grande abbuffata “postfascista” alla Regione Lazio, sta provocando qualche risentimento nelle file della destra che in questi ultimi venti anni di sdoganamento berlusconiano e bipartizan, aveva ritenuto di rappresentare la fine del corrotto sistema dei partiti che aveva escluso il Msi dal dopoguerra.
Insomma il mal di pancia dei fascisti, neofascisti, post fascisti italiani presenta diverse patologie. Le indigestioni di chi ha mangiato troppo una volta arrivato alle poltrone, e la rabbia di chi si era illuso di una diversità “fascista” dal sistema dei partiti. Eppure i fascisti coinvolti nella grande abbuffata, non sono marziani anzi, sono cresciuti e hanno militato negli stessi ranghi.
Fiorito, ex capogruppo del PdL alla Regione Lazio, reso noto alle cronache come “Er Batman”, non è soltanto l’espressione più triviale di una ben più ampia consociazione spartitoria, ma è uno che proviene dai ranghi della militanza della destra laziale. Fu segretario del Fronte della gioventù a Frosinone, è stato pupillo di Storace, dal quale si è poi separato, e porta ancora la celtica al collo. “Er Batman” o come lui preferisce definirsi – “Er Federale de Anagni” – si fregia pure del titolo di “Cavaliere di gran croce” del sedicente Ordine dell’Aquila Romana, un’organizzazione di cavalieri nostalgici del fascismo presieduta da Guido Mussolini, nipote del duce.
Così come tra gli uomini della Polverini alla regione ci sono personalità assai attive nella destra neofascista come Pietro di Pietropaolo ex militante di Meridiano Zero e Oltre Linea, marito della deputata del PdL (area ex AN) Barbara Saltamartini, o Pino Cangemi ex quadro militante della Fiamma Tricolore di Bracciano e legato in altri tempi ai fascisti del quartiere “nero” di Prati.
Ma è possibile ritenere che la bufera che ha investito gli uomini e le donne della destra “de panza e de governo” alla Regione Lazio possa risparmiare l’altro presidio, ossia il Comune di Roma in mano ad Alemanno? Qui l’insperato ingresso al governo della Capitale ha innescato una escalation che sarebbe un eufemismo definire solo “fascistopoli”.
Occorre ammettere che Gianni Alemanno diventato sindaco di Roma, non ha mollato nessuno, non ha lasciato per strada i suoi vecchi camerati, nemmeno quelli finiti in galera per banda armata e atti terroristici, neppure i personaggi più discussi della galassia nera.
Riccardo Mancini, l’uomo che Alemanno ha posto alla guida della potentissima Eur spa, – una società pubblica e privata insieme, in mano per il 90% al ministero delle Finanze e per il 10% al Comune di Roma – è stato vicino ai camerati di Avanguardia nazionale: nel 1988 è stato processato – insieme ai leader del movimento Stefano Delle Chiaie e Adriano Tilgher, che oggi lavora in Regione – e la Corte d’Assise lo condannò a un anno e nove mesi per violazione della legge sulle armi. All’Atac sono stati assunti l’ex Nar Francesco Bianco (in passato arrestato e processato per rapine e omicidi insieme ai fratelli Fioravanti, scarcerato per decorrenza dei termini) e l’ex di Terza posizione Gianluca Ponzio. Ponzio oggi è stato posto a capo del Servizio relazioni industriali della municipalizzata del Comune, negli anni Ottanta fu protagonista di arresti plurimi per rapina e possesso d’armi. C’è stato poi il caso del picchiatore nero Stefano Andrini posto a capo della Società municipalizzata Ama Servizi Ambientali, travolto dalla scandalo che ha portato alla luce una vera e propria filiera nera nel mondo del business, quella che ha coinvolto il faccendiere fascista Gennaro Mokbel, i clan calabresi e il Sen. De Gerolamo. Come dimenticarsi poi del capo della segreteria del sindaco Alemanno, Antonio Lucarelli, che fino al 2000 era il portavoce romano di Forza Nuova, e che è diventato il capo di gabinetto del sindaco con forti interessi nella operazione “Punti Verdi Qualità” del Comune di Roma sulla quale sta indagando la magistratura.
Ma il sistema Alemanno ha fatto sì che tutta questa fascisteria nelle istituzioni, facesse “sgocciolare” finanziamenti, sponsorizzazioni, agevolazioni anche alla fascisteria “di strada”, quella fino a pochi anni fa rimasta fuori dalla dimensione istituzionale e costretta così al collateralismo. Le ironie su “CassaPound” che pare aver fatto manbassa dello “sgocciolamento”, non proviene solo dagli avversari politici dell’antifascismo ma è leggibile anche sui siti della fascisteria più disincantata o movimentista.
Siamo dunque in presenza di una vera e propria “rivelazione attesa” che si è abbattuta sul neofascismo italiano e in particolare quello capitolino, che svela così l’improntitudine di quanti – da Tangentopoli in poi – avevano ritenuto che la destra, fascista o postfascista che sia, potesse avere una verginità derivatagli dall’essere stata fuori dal sistema dei partiti dell’arco costituzionale per quaranta anni. E’ bastato avvicinarle un po’ il piatto e ci si sono buttati sopra con ferocia, esagerando e vantandosene, come i fascisti del ventennio.
Eh no, cari ‘fascisterici’ ! Va be’ che date la caccia al drago Fafnir di giorno e sognate la Terra di Mezzo di notte, ma quando facevate i galoppini elettorali per questi signori dovevate accorgervi che con Mishima non avevano niente a che fare … Forse è che dopo anni di ‘ronde’ e attacchinaggio vi sareste aspettati qualche strapuntino che non è arrivato. E lasciate perdere la ‘buona fede’ … Nun ce provate neppure: i Violante sono finiti.
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