Menu

Napoli. La “solitudine” degli invisibili

(nella foto gli striscioni di protesta dei lavoratori della Esplana Sud a Nola che richiamano il No Monti Day)

Questa che sto per narrare è la storia anzi le storie di un intero condominio, a Napoli. La vita reale e quotidiana dei suoi inquilini. 

E’ un lunedì mattina di una settimana che sarà identica a quella trascorsa, sono le sei e trenta mi alzo dopo l’ennesima notte quasi insonne e mi avvio a sorseggiare il mio caffè con Alice, mia figlia, che alle sette e dieci si avvia a scuola. Alle 7,15 apro il computer, le notizie della giornata, la mia mail, gli annunci di lavoro: Segretaria Cercasi per studio Commercialista, bella presenza, disponibilità e flessibilità negli orari, esperta e professionale. inviare foto a mezzo busto e intera…Bah.

 Sette e trenta, si alza mia sorella, per andare al lavoro, nero, la sua paga mensile è di 700,00 euro per cinque giorni lavorativi dalle nove e trenta alle 19,30, arriva a casa alle nove per via dei disastrati e disastrosi servizi di trasporto. Vive con me, non può permettersi una casa sua e mi dà una mano, da quel misero stipendio. Io sono disoccupata da due anni. Meno male che mia sorella  a dicembre si sposa e andra con il marito in giro per il mondo a lavorare. Lui è ingegnere, mai fatto un solo giorno di lavoro in Italia. Forse andranno in Nuova Zelanda o in Australia. Ovunque è meglio di qui. 

Continuo nella mia ricerca di una lavoro:

Segretaria di direzione cercasi: cercasi segretaria personale alle dirette dipendenze del direttore, solare, discreta, disponibile a viaggiare per accompagnamento in viaggi di lavoro. Esperta computer, max 40 inviare foto mezzo busto e intera…ancora, 

e poi centinaia  dii call center per gente tosta con l’ambizione a crescere e l’attitudine a lavorale per obiettivi, alias senza stipendio… Collaboratori cercasi in settore forte espansione, il recupero crediti….spengo il computer.

Alle 8,00 il palazzo si anima, a Napoli in alcuni condomini è rimasta l’abitudine per le donne che stanno in casa di chiacchierare fuori la porta, prima di iniziare  la giornata, da quando sono disoccupata lo faccio anch’io e mi affaccio richiamata dai rumori di saluti e chiacchere. Scende la signora del piano di sopra, disoccupata, tre figli uno alle scuole elementari , una alle medie e la più grande al 1° anno di Liceo linguistico. Ci salutiamo, mi dice che con lo stipendio del marito, non si arriva nemmeno al 10 del mese tra affitto, bollette, ora i libri per la più grande…che poi, che ci va a fare a scuola,solo  cultura personale, tanto lavoro non ce nè. Speriamo che si sposi presto con un bravo giovane lavoratore…al diavolo le pari opportunità, alle lotte per i diritti della donna, agli anni passati a manifestare per il divorzio e l’aborto. Chi glielo spiega alla signora Maria che  Mario Monti con un cinismo e una crudeltà inaudita ha decretato che una generazione salterà, cioè non lavorerà…cioè non esisterà? E allora mi vengono in mente i ragazzi che lavorano nell’agenzia immobiliare qui sotto, sono bravi ragazzi tutti diplomati, provano a mandare avanti la propria esistenza senza contratto, senza tutele, costretti ad un pesante vestito blu e cravatta a 40° come a -3°, è sempre lo stesso ridicolo vestito da pinguini che trascinano alla ricerca di un guadagno che non ci sarà mai. Ci parlo spesso, non trovano altro e non hanno più alcuna speranza. Persino la segretaria lavora con le percentuali.

Maria si allontana con i figli. Rimango sul pianerottolo con Pina e la sig.ra Assunta. 

Pina, ha 45 anni, non ha mai lavorato in vita sua, non per scelta ma per mancanza di opportunità, accudisce gli anziani genitori e vive con la loro pensione. La madre sta proprio male è quasi alla fine, si chiede che ne sarà di lei quando i genitori non ci saranno più.

Pina rientra e rimaniamo sole io e la sig.ra Assunta che ha una faccia disperata e stanca, ha l’età di mia madre, 71 anni, percepisce una pensione di 500 euro da cui le vengono detratti dei soldi che l’INPS ha ritento non dovuti, li ha dovuti restituire a rate dalla sua pensione. Lavora ancora saltuariamente, si arrangia facendo la sarta, nonostante l’età e un tumore al seno che ha compromesso la funzionalità del braccio destro. Il marito 81 anni di cui 70 passati a lavorare nelle fabbriche di scarpe, quelle nei sottoscala dove lavoravano i bambini poveri a nero, in condizioni di semi schiavitù. Anche lui è uno di quelli, contributi minimi per una pensione da fame, insieme marito e moglie non “accocchiano” 1000 euro al mese, una figlia a carico e quando lo chiamano per una giornata esce alle sei del mattino, per 20 euro e rientra la sera alle 9,00.

La sig.ra Assunta mi racconta tra le lacrime che le sono rimasti 50 euro e che con quelli deve sopravvivere due settimane con la sua famiglia, come farà. Resiste la sig.ra Assunta solo perchè la figlia l’anno prossimo si sposerà. Un buon matrimonio che le consentirà una vita migliore della sua. Un’altra donna senza autonomia che conosce tre lingue, ma che per vivere dovrà suo malgrado, fare la casalinga.

Non trovo le parole per rispondere alla mia vicina, mi rendo conto che invece dovrei trovare il modo di spiegarle perchè stiamo vivendo così. Lei non capirebbe se le parlassi di crisi strutturale del capitalismo, dei tre poli imperialisti. Come faccio a spiegarle che il suo nemico è il sistema capitalistico bancario e finanziario che si accanisce contro quelle fasce sociali che ritiene inutili, non produttive di reddito. Come faccio a spiegarle che il capitalismo per la sua stessa sopravvivenza, dopo aver depredato intere popolazioni delle proprie risorse, costringendole alla fame e alla morte, fino a scatenargli guerre contro pur di rubare ed accapararsi quelle risorse e  i cui “effetti collaterali” sono stati la morte di milioni di bambini, donne, vecchi e civili inermi e innocenti, ha spostato il suo obiettivo e quindi ora tocca a noi. NOI siamo gli “effetti collaterali” di questa nuova guerra senza armi. So che devo imparare a dirglielo, trovare un linguaggio alla sua portata, parlarle di coscienza di classe,altrimenti vincerà sempre il mio nemico, ma senza parole rientro a casa.

Si sono fatte le 9 e 30, mi bussano alla porta è Imma. E’ stata la badante di mamma per pochi mesi, fino alla sua morte. Il compagno, 50 anni, è disoccupato da due anni e lei pure. Mi viene a trovare ogni tanto, siamo buone amiche l’aiuto a trovare qualche lavoro ad ore, ma non le basta. Ha lo sfratto e non sa dove andare. Stamattina piange, non ha nemmeno i soldi per le sigarette… è stanca, disillusa e ha paura che l’uomo che ama disperato possa commettere un gesto estremo  …ci dividiamo un pacchetto di sigarette, anche per lei non trovo le parole e so che dovrei trovarle.

Ho deciso esco, sono  depressa. Anche per me che non mi sottraggo mai a guardare il dolore in faccia, è troppo. In strada incontro gente, tanta, che esce da infimi discount, le borse della spesa piene di economicissimi e scadenti prodotti di dubbia provenienza. E’ l’unico modo per fare la spesa, è una tragedia, mangiare per sopravvivere e morire di cancro. La crisi distrugge la qualità di vita, ti costringe a mangiare cibi scadenti, nocivi e a buon mercato, l’ambiente intorno peggiora. Chi per anni ha inquinato l’aria, il suolo e l’acqua, facendo profitti non paga la crisi,non risarcisce le vittime, non bonifica quello che ha distrutto, ambiente e territorio, e la passa liscia, chi lavora invece è disposto spesso a dare in cambio la propria salute. Si può, quindi, morire per sopravvivere. Io lo so bene vivo a Bagnoli dove c’era l’ILVA, la CEMENTIR e l’ETERNIT e una bonifica che non è stata mai fatta,  ma questa storia ve la racconto un’altra volta.

I media e i giornalisti, salvandone pochi, complici di questo sistema entro il quale si arricchiscono, non parlano di problemi reali e solo raramente ne fanno cenno per riempire le pagine dei loro giornali, dando naturalmente una lettura acritica e sostenendone tra le righe  l’ineluttabilità (i famosi effetti collateali), oppure riempiono le loro pagine di scandali politici, con risvolti quasi sempre “maialeschi” e pruriginosi,dando in pasto alle persone pane, scandali e veleno, per raggiungere lo scopo di allontanare la gente dalla propria responsabilità politica e giustificare un governo permanente di cosiddetti tecnici, che altro non sono che i rappresentanti del nostro nemico.

Le coscienze della gente intrise di spread, borsa e magna magna politici  al pari di quando lo erano di Berlusconi, sono dunque inquinate, confuse, lasciate sole ad immaginarsi parte di un sistema che non capiscono, ma che accettano, non ritenendosi all’altezza di poterlo cambiare, oppure sono complici con la  stupida e ottusa presunzione e l’illusione di poterne far parte.

In questo scenario di anestesia di massa che dobbiamo muoverci, che dobbiamo tentare il tutto per tutto per scuotere e risvegliare la coscienza di classe, la lotta per i diritti e la giustizia sociale. Dobbiamo trovare le parole per parlare anche al nostro vicino di casa, riuscire a dire che si può e si deve vivere tutti bene e non meglio.Una prima occasione sarà il 27 ottobre al NO MONTI DAY , ma prima e dopo, se vogliamo riuscire a dare una nuova svolta dobbiamo prenderci la responsabilità di un percorso che costerà tempo e lacrime e sangue, fuori  da qualsiasi compatibilità con questo sistema politico ed in piena autonomia e non è detto che ci riusciremo.

* Rete dei Comunisti, Napoli

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *