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“Giù le mani dalla Siria”. Qualcosa si muove, a sinistra


Alcune  decine di compagni provenienti da tutta Italia hanno partecipato alla riunione nazionale del 30 ottobre convocata a Roma dalla Rete dei Comunisti per dare seguito all’appello giù le mani dalla Siria.
Altre realtà  di Parma, Napoli, Torino, Modena, Pisa, e dalla Sardegna  non sono potute essere presenti ma hanno confermato il proprio interesse  a proseguire la mobilitazione nello spirito dell’Appello sottoscritto “Giù le mani dalla Siria.”
I compagni di Modena ed i compagni dell’International Solidarity Movement hanno mandato i loro saluti e i loro contributi scritti, e di cui sono stati letti alcuni passaggi significativi subito dopo la relazione introduttiva.

Erano presenti i compagni del Comitato contro la guerra di Milano, dell’Associazione la Casa Rossa di Milano,della Rete No War, del sito Sibialira, del PdCI, del Forum Palestina, del Comitato con la Palestina nel cuore, del Comitato non dimenticare la NAkba, del comitato Palestina Bologna, della Rete dei Comunisti, di RedLink, di Proletari Comunisti, di Lotta e unità, di Convergenza delle Culture, del Movimento Umanista, del GAP Parma, del Collettivo Militant, e di Alternativa .

Aprendo i lavori i compagni della RdC hanno sottolineato l’esigenza  di un confronto ampio con i compagni che hanno  sottoscritto e sostenuto l’appello  e con le altre realtà  interessate.
Un confronto e una valutazione politica complessiva sullo scenario che dalla Libia ieri,  alla Siria oggi,  ha visto le potenze imperialiste e le petro- monarchie  trasformare il mediterraneo in un teatro di  competizione economica e militare a danno dei popoli dell’area.
Al secondo punto dell’ordine del giorno è stato richiamato il bilancio dell’azione svolta, delle iniziative sin qui fatte e una valutazione su come dare corso alla mobilitazione contro l’aggressione alla Siria e quali settori coinvolgere.

La riunione in maniera unanime ha condannato la presenza dei fascisti e delle organizzazioni come Eurasia, Stato e Potenza nelle mobilitazioni contro la guerra alla Siria. Queste organizzazioni vanno tenute fuori dal movimento antimperialista e contro la guerra. Si tratta di uno operazione di infiltrazione che trova terreno fertile proprio grazie alla deriva di quella parte sinistra che ha scelto di sposare la tesi dell’inevitabilità umanitaria, ma su questo punto più di un compagno ha sottolineato che siamo chiamati al riempire con la nostra azione questo spazio politico.

Il  bilancio del lavoro fatto sin qui è, a detta di tutti, positivo.  I compagni nelle diverse città hanno costruito decine di assemblee, sit in, oltre ad avere aperto un lavoro importante e significativo anche sul fronte dell’informazione. A tutto questo va aggiunto che l’appello Giù le mani dalla Siria, ha avuto il merito di coagulare molti compagni, associazioni, organizzazioni e partiti. Abbiamo  tenuto  il punto, mentre la campagna a favore dell’intervento militare in Libia e della destabilizzazione della Siria, era sostenuta con la consueta e pervasiva campagna mediatica che accompagna le guerre umanitarie della NATO,  ed è riuscita a fare  ulteriormente  breccia nei settori della sinistra, nei movimenti e  tra la solidarietà con il popolo palestinese.

Una deriva favorita dalla sopravvalutazione delle rivolte arabe, dove al contrario le istanze di emancipazione hanno lasciato il campo all’egemonia dell’islam politico moderato e filo occidentale, mettendo in luce la presenza di un alleanza o insieme di interessi che mira normalizzare il mediterraneo a scapito dei popoli arabi compreso quello palestinese.

Un Mediterraneo tutt’altro che pacificato come mostrano le rivolte anti occidentali, gli attacchi all’UNIFIL, agli USA in Libia e le proteste e gli scioperi in Tunisia ed Egitto.

Come nel passato la nostra azione contro la guerra, hanno ribadito i compagni, deve essere un azione di solidarietà con i popoli in lotta nel Mediterraneo.
I diversi interventi hanno sottolineato che l’oggettiva difficoltà che si sta riscontrando nella mobilitazione contro la guerra imperialista, non toglie ma aggiunge responsabilità a quanti sostengono un punto di vista antimperialista di classe e ai pacifisti più coerenti.
Piuttosto è necessario calibrare le iniziative, approfondire il dibattito, coinvolgere settori più ampi e denunciare il nesso tra la crescente tendenza alla guerra e l’incedere della crisi sistemica.

In questo senso si è deciso di essere presenti con modalità da concordare alla manifestazione nazionale “No Monti Day “del 27 ottobre a Roma, si è pensato ad un volantino che prenda spunto dall’appello o ad uno striscione posizionato lungo il percorso.
Più di un compagno ha sottolineato la necessità di approfondire la critica alla guerra e alla politica interventista del Governo Monti, che sostiene la rivolta armata e boicotta il popolo siriano. Le dichiarazioni a favore della no fly zone del Ministro Terzi sono tanto più gravi in ragione della fortissima presenza di basi NATO nella penisola italiana. Denunciare il solo imperialismo statunitense e non cogliere e il ruolo e  l’azione aggressiva dell’Unione Europea e dell’Italia, è una colpevole reticenza.
La riunione si è conclusa assumendo la proposta di convocare una assemblea nazionale sulla base dell’appello “Giù le mani dalla Siria”. Si è deciso di tenere l’assemblea a Roma nella seconda metà di Novembre, per seguire il risultato delle elezioni statunitensi, che avranno quale che sia l’esito un riflesso sulla politica internazionale, facendola precedere da una settimana di iniziative locali da inserire in una più ampia mobilitazione nazionale che crei la necessaria attenzione intorno al meeting  di  Roma. Le diverse realtà sceglieranno sulla base delle proprie specificità le modalità delle iniziative, mettendone a conoscenza i compagni delle altre situazioni così da costruire un calendario delle iniziative e darne notizia sui siti e alla stampa.
 L’assemblea nazionale è un appuntamento  sulla cui importanza tutti i compagni hanno convenuto, si tratta di dare corpo e voce alle migliaia di compagni e sinceri pacifisti che non si rassegnano alle deriva  e alla subalternità alle politiche imperialiste, a partire dalle guerre di rapina contro i popoli del mediterraneo.

Riassumendo le decisioni prese sono :

1) la presenza alla manifestazione del 27 ottobre in modi e forme da concordare

2) la costruzione di iniziative locali nella seconda o terza  settimana di novembre

3) l’assemblea nazionale orientativamente per il 25 novembre (prima settimana utile dopo le elezioni USA del 16 novembre)

Opporsi alla guerra ai popoli del Mediterraneo è giusto e necessario !

* Rete dei Comunisti

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