“Chiedo il mandato per dialogare con forze del centrosinistra sul nome di Zingaretti alla regione“. Con queste parole, aprendo i lavori della direzione, il segretario del Pd del Lazio Enrico Gasbarra, ha confermato la voce che era circolata nel pomeriggio di ieri. Nicola Zingaretti aveva già dato la sua disponibilità alla candidatura alla regione. Secondo alcune fonti giornalistiche la proposta di Gasbarra è stata accolta da una parte della sala con una certa freddezza, cancellata, almeno ufficialmente, dai numerosi interventi a favore della candidatura di Zingaretti alla regione: dal segretario romano Miccoli, all’ex capogruppo Esterino Montino.
L’intervento di Cristiana Alicata, del Pd romano, ha però espresso delle perplessità sullo “spostamento” di Zingaretti dalla corsa per il comune a quella per la Pisana. L’attuale presidente della Provincia, Zingaretti, da quasi cinque anni aveva impegnato e convinto molte persone nel progetto che avrebbe dovuto portarlo al Campidoglio, tanto che egli stesso si è candidato più o meno ufficialmente lo scorso luglio a piazza san cosimato.
Crolla dunque il cielo in testa a molti che da tanto tempo si erano messi l’anima in pace e si erano collocati in vario modo all’ombra della candidatura di Zingaretti come sindaco.
Si riapre quindi la corsa per chi sarà il candidato del centro-sinistra al Campidoglio. Secondo indiscrezioni, su Zingaretti in queste ore il pressing sarebbe stato altissimo anche da parte di alcuni cattolici del Pd, le cui speranze di ottenere il sì dal ministro Andrea Riccardi per la Pisana sono ridotte al lumicino, mentre resterebbero vive quelle di coinvolgere il fondatore della Comunità di Sant’Egidio in un progetto per candidarsi come sindaco. Insomma, lo scenario diventa quello di una Roma che ridiventa totalmente papalina, con il Pontefice a San Pietro e un mezzo pontefice, ministro tecnico del governo più antipopolare dell’ultimo ventennio, al Campidoglio. Si deve e si può sperare in qualcosa di meglio.
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