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Gli studenti dopo le botte dei celerini: “Non ci fermeremo”

Ieri nelle piazze di Roma e Torino in particolare, ed in parte di Milano, abbiamo rivisto le stesse scene di Genova del 2001. Ragazzine menate da poliziotti alti due metri e difesi da inattaccabili armature. Ragazzini trascinati per terra per metri, umiliati, offesi, trattati come criminali. Scene che stanno destando una enorme indignazione in Italia e oltreconfine, e che dovrebbero far riflettere sulla natura di un apparato di sicurezza sempre più violento. Il governo tecnico picchia duro, come e più dei governi di destra. Perché sa di essere al riparo da eventuali rappresaglie elettorali da parte di chi non perdona di veder tornare a casa i propri figli col naso rotto e la testa spaccata. E perché ha l’appoggio incondizionato di quel PD che continua a rappresentare un tappo, un freno quanto mai efficace alle mobilitazioni popolari contro le misure suicide –e genocide, economicamente e socialmente parlando – della troika.

Gli studenti ieri hanno dato una dimostrazione di forza non scontata in un paese in cui le piazze degli ‘adulti’ rimangono vuote. E lo hanno fatto con una piattaforma chiara, netta, azzeccata: no ai tagli, no al governo Monti e ai suoi tecnici, no alla cosiddetta austerità targata Ue. E anche le reazioni alle botte di ieri sono apprezzabili. Di seguito i comunicati degli studenti romani e di quelli torinesi.

Oggi 5.10.12 la città di Roma è stata invasa dagli studenti dell’Assemblea Cittadina dei licei romani. Questa data è nata dall’assemblea in Val di Susa, convocata dalla rete nazionale studaut, dove gli studenti di tutta l’Italia hanno sentito l’esigenza di scendere in piazza, per esprimere un’opposizione sociale reale al governo Monti e alle politiche di austerity che stanno sempre più strette a tutta la cittadinanza. Le istituzioni sottolineano continuamente la mancanza di fondi per l’istruzione mentre lo stato spende 500 milioni per cacciabombardieri e 2 cm di Tav corrispondono a una borsa di studio universitaria, legittimando queste scelte come tecniche e non politiche. In un quadro di drammatica trasformazione politica, la scuola rimane ancora una volta un luogo di costruzione e progettazione, opposizione e conflitto. Gli studenti infatti contrastano le politiche di questo sistema scolastico e se ne riappropriano dall’interno vivendo le proprie scuole e creando dal basso controcultura attraverso cineforum, mercatini di libri a prezzi popolari, ecc… per dare una risposta concreta alla crisi, producendo momenti di riflessione e conflitto. Queste iniziative si oppongono al progetto di scuola-azienda che questo governo, come il precendente, vuole realizzare attraverso il DDL Aprea e i test Invalsi, che mirano esclusivamente ad un appiattimento culturale generale e alla costruzione di una scuola che premi il merito e ignori i problemi. Il tentativo della questura di Roma, oggi, è stato quello di impedire che gli studenti raggiungessero il centro storico per manifestare la loro rabbia davanti ai palazzi del potere, opponendosi fisicamente, con uno sproporzionato impiego delle forze “dell’ordine”, al regolare svolgimento del corteo. Nonostante ciò, gli studenti non si sono arresi e fino all’ultimo hanno portato in piazza la loro determinazione. I manifestanti infatti, estenuati da una pessima gestione della piazza da parte della questura, che aveva il palese intento di emarginare e minimizzare la protesta, hanno tentato di riappropriarsi ancora una volta delle proprie strade. Nei pressi di Porta Portese, i soggetti che giorno dopo giorno militarizzano la nostra città hanno risposto all’iniziativa degli studenti non con semplici cariche di alleggerimento, inadeguate soprattutto contro un corteo costituito prevalentemente da minorenni, ma peggio, con una vera e propria esplosione di violenza verso gli studenti, minacciando, picchiando, manganellando, arrivando addirittura ad arrestare un quindicenne estraneo ai fatti, trascinandolo per terra. Dopo lo scontro e dopo essersi assicurati dell’imminente rilascio del ragazzo, il corteo non si è comunque arrestato ed ha ripreso il percorso fino a Piramide, dove al momento dello scioglimento ha pubblicamente denunciato la gravità dei fatti avvenuti in precedenza. Gli studenti oggi non si sono fatti intimorire dalla gestione tirannica, del sindaco Alemanno, della città, ma anzi hanno avuto la dimostrazione del fatto che l’unica risposta che il governo e le istituzioni sanno dare è di tipo poliziesco e militare.

LA VOSTRA REPRESSIONE NON FERMERA’ LA NOSTRA VOGLIA DI LOTTARE, QUESTO NON E’ CHE L’INIZIO

Studenti Medi in Mobilitazione – Roma

 

 

Oggi, 5 Ottobre 2012, gli studenti e le studentesse torinesi e valsusini sono scesi in piazza, come in molte altre città italiane, per manifestare il proprio dissenso e la propria rabbia nei confronti della situazione politica attuale. Il nodo principale della giornata è stato quello di smascherare, di indicare in maniera chiara, i responsabili delle politiche che stanno riducendo il paese in ginocchio. Non solo parlare del governo tecnico, che di fatto è il governo che si è assunto il compito di portare avanti quelle politiche di austerity tanto richieste dall’Europa e dai mercati, ma anche colpire chi a livello locale gestisce e continua a trarre profitto dalla condizione di crisi in cui la classe politica e finanziaria ci ha portato. 

La città di Torino è infatti una delle più indebitate d’Italia, ha vissuto l’illusione delle Olimpiadi e una gestione totalmente asservita alle richieste di Intesa San Paolo, e i cittadini stanno pagando i prezzi di queste scelte. Fassino si è reso protagonista di uno smantellamento sistematico dei servizi pubblici (dagli operatori sociali, agli asili nido…), di una gestione che fa ricadere il costo della crisi sempre sugli stessi soggetti sociali: studenti, lavoratori, disoccupati, famiglie…

Ma se da un lato vediamo servizi e beni essenziali tagliati, il continuo aumento delle tasse scolastiche, degli abbonamenti GTT, dei libri, dall’altro ogni giorno assistiamo a politici di ogni colore che si appropriano indisturbatamente dei nostri soldi, attraverso strumenti di ogni tipo: appalti truccati, rimborsi gonfiati, bonifici e assegni…

Proprio per andare a chiedere conto in maniera diretta ai responsabili di queste vere e proprie rapine ai danni della popolazione questa mattina gli studenti hanno deciso di deviare da via Pietro Micca su via XX Settembre, per dirigersi verso la sede della regione di palazzo Lascaris. La risposta della questura è stata però immediatamente dura e provocativa. Il corteo è stato bloccato, e dopo alcuni minuti, in seguito alla determinazione degli studenti e il rifiuto di tornare indietro, la polizia ha caricato quest’ultimi per decine di metri, causando diversi feriti e fermando una quindicina di medi, due dei quali tutt’ora in stato di fermo. Gli studenti si sono poi ricompattati lungo via Garibaldi, per dirigersi sotto il comune, chiedendo la liberazione dei ragazzi fermati, e per poi continuare il corteo lungo le vie del centro. Il corteo si è sciolto davanti a Palazzo Nuovo, dove sono stati dati alle fiame i manichini raffiguranti alcune delle facce dei politici contestati: Monti, Profumo, Fornero, Fassino Cota.

Vi invitiamo tutti all’appuntamento di mercoledì prossimo alle ore 17 a Palazzo Nuovo per organizzare le prossime iniziative.

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1 Commento


  • miciocat

    Avanti. non fermarsi. Abbattere il governo della finanza il cui rappresentante in italia e’ Monti

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