Come ampiamente prevedibile, a un passo dalla rottura esplosiva Renzi e Bersani hanno trovato la quadra, per giocarsela tra loro. Nessun registro degli elettori, doppio turno e tutti gli inciuci diventano possibili. L’accordo spazza via le aspirazione di Vendola, ormai ridotto a foglia di fico per chiamare “di coalizione” una lite interna al Pd.
Il rottamatore, a questo punto, diventa il favorito, grazie anche ai voti che la destra sarà felice di portargli dentro i gazebo.
Nessuna discussione, naturalmente, sul “programma” del Pd: si farà quello che dice la troika, nella traduzione suggerita da Monti. L’unica incertezza è il ruolo dell’attuale premier tecnico: salirà al Quirinale, diventando il primo presidente di una repubblica presidenziale in cui il presidente del consiglio conta come il due di coppe, oppure prorogherà se stesso nell’attuale poltrona?
L’incertezza è tale solo in virtù di una legge elettorale tutta da fare e che probabilmente non sarà cambiata. In questo caso, il Pd (con Vendola di scorta) diventa il partito-coalizione che potrebbe vincere le elezioni più inutile della storia. E Monti va al Quirinale come “garante” nei confronti dei mercati internazionali. Ovvero come dominus della psudo-politica italiana.
A sinistra, con una certa chiarezza, Paolo Ferrero – segretario di Rifondazione – sceglie con decisione la via di uno schieramento alternativo, antiliberista. L’incertezza, in questo campo, riguarda l’atteggiamento che prenderanno i suoi “alleati” nella Federazione della Sinistra (Diliberto, Salvi, Patta) che non fanno mistero di guardare comunque a un accordo sotterraneo col Pd.
“Per dare una risposta ai problemi del paese – ha detto a caldo Ferrero – è necessaria la più netta discontinuità con Monti e con le politiche europee, abbandonando le politiche di rigore e mettendo in discussione il Fiscal Compact, la riforma delle pensioni, la manomissione dell’articolo 18. Per questo lavoriamo alla costruzione di uno schieramento di sinistra e di alternativa che si candidi al governo del paese con quelle forze sociali, associative e politiche che ritengono necessario rompere la gabbia delle politiche neoliberiste sostenute da PD, PDL e UDC”.
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