Quando si entra davvero nel merito – al contrario di quel che fa di solito Repubblica – si scopre che nelle pieghe delle “manovre” si nascondono veramente una marea di infamie piccole e grandi. E a forza di dare i dettagli, un quotidiano come quello di Confindustria rischia di diventare il migliore dei giornali di opposizione (che quasi non ci sono più, visto il rapido decadere de “il manifesto” nel più sciapo conformismo perbenista e cripto-piddino.
Il Sole non lo fa ovviamente per impostazione politica. Più brutalmente si accorge delle conseguenze dannose per la stessa economia. Penalizzare ancora l’acquisto di case, riducendo di molto la detrazione scaricabile per gli interessi pagati sui mutui, rischia di accelerare il crollo dei valori immobiliari. E quindi la svalorizzazione del patrimonio in mano “alle famiglie” (espressione interclassista, ma in qualche misura sensata in un paese abnorme, dove l’80% della popolazione risulta proprietaria della casa di abitazione).
Stangata su mutui e assicurazioni. Ecco come la legge di stabilità taglia le detrazioni sui prestiti per la casa
Vito Lops
L’austerity colpisce anche chi è alle prese con il rimborso di un mutuo ipotecario. Il disegno di legge di stabilità – approvato da pochi giorni dal Consiglio dei ministri e adesso all’esame del Parlamento – stringe i cordoni sulle detrazioni che può portare in dichiarazione dei redditi chi ha acceso un finanziamento ipotecario decurtando l’Irpef (Imposta sulle persone fisiche) da versare allo Stato. Colpendo anche le assicurazioni sulla vita (molte delle quali agganciate a un contratto di mutuo).
La norma applicata fino ad oggi
Fino ad oggi chi ha stipulato un mutuo sull’abitazione principale ha potuto detrarre dall’Irpef il 19% su un tetto massimo di oneri pari a 4mila euro. Tra questi oneri vanno inseriti per tutti gli anni gli interessi passivi (che nei primi anni del mutuo costituiscono la fetta più corposa della rata per gli effetti del calcolo del piano di ammortamento alla francese applicato dalle banche che operano in Italia). A queste spese, per il raggiungimento del tetto di 4.000 euro, si possono aggiungere, ma solo nel primo anno, oneri e spese legate all’accensione del mutuo: atto notarile sul mutuo, spese di istruttoria bancaria, spese di perizia, eventuale fattura di mediazione immobiliare fino a 1.000 euro, imposte per iscrizione e cancellazione ipoteca.
Chi fino ad ora, sommando le spese, ha raggiunto un tetto massimo di 4.000 euro ha potuto detrarre il 19%: ovvero un massimo di 760 euro. In caso di spese inferiori, l’importo detraibile ovviamente è risultato più basso: (ad esempio 665 su un totale spese di 3.500 euro).
In aggiunta al tetto dei 4.000 euro, finora è stato possibile anche detrarre l 19% sul premio versato (da calcolare su un tetto massimo di 1.291,14 euro) per un’assicurazione sulla vita, molte delle quali sono agganciate proprio alla sottoscrizione di un mutuo.
Cosa prevede il disegno di legge di stabilità
La nuova misura governativa – rivolta ai contribuenti che dichiarano un reddito superiore a 15mila euro – riduce il tetto massimo su cui calcolare il 19% da detrarre. Non più 4.000 euro ma 3.000. Per questo motivo l’importo massimo detraibile su un mutuo scende a 570 euro. La nuova legge rappresenta, difatti, una stangata da 190 euro l’anno per ciascuno dei 3.176.127 di cittadini che stanno rimborsando un mutuo prima casa in Italia (qualora abbiano un reddito lordo superiore a 15mila euro). Va precisato che per rientrare nella categoria prima casa (o abitazione principale) l’immobile non deve rientrare nella categoria “di lusso” e deve essere ubicato nel Comune in cui l’acquirente ha la residenza o in cui intende stabilirla entro 18 mesi dalla stipula, o nel Comune dove l’acquirente svolge la propria attività principale.
E non finisce qui. Se le nuove regole passeranno in Parlamento non sarà possibile portare in detrazione altre spese. Pertanto alla stangata sui mutui si aggiunge anche quella sulle detrazioni per le assicurazioni sulla vita che secondo quanto previsto dalla nuova norma vengono computate nel tetto massimo di 3.000 euro. Quindi nell’ipotesi in cui solo con gli interessi passivi il mutuatario raggiunga già una spesa annua di 3mila non potrà più aggiungere in detrazione il 19% sul premio assicurativo versato. Ad esempio, nell’ipotesi che versi un premio annuo di 700 euro non potrà più detrarre 133 euro (il 19% di 700).
Effetto retroattivo
La stangata – qualora approvata – potrebbe avere un effetto retroattivo perché andrebbe inserita già nelle prossime dichiarazioni (quelle da presentare a metà 2013), relativa ai redditi del 2012.
da Il Sole 24 Ore
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