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Casapound, malumori e tensione dopo lo spostamento del corteo


La marcetta di Casapound si farà, e questa è la prima notizia. Il fronte romano che si era fortemente opposto alla discesa in piazza dei “fascisti del terzo millennio” nel giorno in cui a sfilare sono anche studenti e insegnanti non sono riusciti a smuovere più ti tanto le istituzioni cittadine. Ma qualcosa l’ha ottenuto, e non è poco: la manifestazione “Italia in marcia” non si svolgerà più nel centro della Capitale, ma è stata spostata a Prati, con partenza alle 16 da piazza Mazzini e arrivo sul ponte Milvio, quello dei lucchetti di Federico Moccia. 

In questura, comunque, stanno ancora valutando diversi fattori legati a questo corteo, con un ventaglio di ipotesi sul suo svolgimento che, ormai, pare ridotto a due opzioni: marcia o “corteo statico”, ipotesi che comunque non andrebbe molto a genio ai papaveri di via Napoleone III, intenzionati a mostrare i muscoli a tutto il Paese, come mossa fondamentale di avvicinamento alle imminenti elezioni che vedranno Casapound partecipare almeno alle regionali del Lazio e alle comunali di Roma.

Da valutare anche la presenza di una contromanifestazione organizzata dai gruppi antifascisti a Piazza Esquilino, con le forze dell’ordine che studiano un modo per evitare che i due gruppi vengano in contatto e scoppi un putiferio. A fare da contorno alla vicenda, la chiamata di “Stay pink” ancora per la giornata di sabato: la comunità LGBT italiana invita tutti quanti ad indossare qualcosa di rosa per  ricordare il 15enne che ieri si è suicidato dopo aver subito ogni tipo di umiliazione perché gay.

L’associazione “di promozione sociale”, per il momento, non ha rilasciato commenti ufficiali sullo spostamento della manifestazione, rimandando tutto a una conferenza stampa che si terrà questa mattina alle 11 nella loro sede all’Esquilino. Sui vari forum d’area, però, l’atmosfera è infuocata e i pareri critici dei militanti si sprecano. “Il nostro corteo – si legge su vivamafarka.com – sta diventando una prova di forza per la sinistra. A questo punto l’importante è scendere in piazza, ma non se dovesse essere una manifestazione statica, non facciamo come a Napoli con i giri di piazza. L’impressione non è bella, sembra di accontentarsi di marciare senza marciare veramente”. Il dibattito tocca livelli altissimi, poi, tra celodurismo spicciolo (“Purtroppo per gli antifascisti starnazzanti mi sa che sabato il corteo di Cpi ci sarà”), vaghe allusioni a una qualche pericolosità sociale (“Nel frattempo i poliziotti hanno annunciato che sabato si metteranno in ferie”), deliri d’onnipotenza (“Sventolano le loro ottuse convinzioni anche di fronte all’evidenza”) e questioni tecniche (“Qual è la fermata della metro più vicina?”).

Ma il particolare che fotografa meglio il momento confuso di Casapound è la mobilitazione generale in lungo e in largo per il web allo scopo di raggranellare quante più presenze per “Italia in marcia”. Facebook è un turbine di messaggi d’invito, così come i vari forum, persino chi scrive ha ricevuto una mail che comincia così: “Caro Amico/a di CasaPound Italia, con la presente ti informiamo che sabato 24 Novembre 2012 si svolgerà a Roma la manifestazione nazionale di CasaPound Italia contro il governo Monti”.

I più ottimisti sperano di riuscire a racimolare 5mila persone, un numero che farebbe sorridere anche gli organizzatori della Sagra della braciola di Settecamini, con tutto il rispetto. Per il momento, però, le adesioni alla pagina ufficiale dell’evento su Facebook sono appena 3.300. E comunque non è detto che chi si sia mobilitato sui social network lo faccia poi davvero, in piazza. L’ansia da prestazione in via Napoleone III è tanta: domani, in piazza, potrebbe andare in scena il funerale politico di Casapound Italia.

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