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Hollande-Monti, l’asse pro-Tav al lavoro

Ma i problemi non mancano. Per fare davvero la linea “solo merci” per l’Alta Velocità da Torino a Lione, attraversando e sventrando la Val Susa, ci sarà da superare non solo la resistenza popolare al di qua e al di là dello spartiacque alpino, ma anche – dal loro punto di vista: soprattutto – la mancanza si fondi. Non per caso i due costruttori “costi quel che costi” sono arenati davanti al problema dei costi. E chiederanno alla Ue di alzare dal 30 al 40% la propria quota di finanziamento dell’opera.
Sembra sia più facile prendere a manganellate la gente che non convincere la “comunità europea” a sganciare il soldo…

Vertice a Lione, Monti e Hollande: «Finiremo la Tav entro 2023». Prossimo obiettivo? Finanziamento Ue al 40%


Italia e Francia procedono, senza esitazioni, per la realizzazione della Torino-Lione. Un’opera che è stata iscritta come prioritaria nel 2001, ma che «oggi – spiega lo stesso presidente francese, Francois Hollande – è entrata in una fase nuova, in uno stadio superiore».

È un impegno innanzitutto politico, più che operativo, quello che emerge a Lione, dal vertice bilaterale che si è svolto oggi in prefettura alla presenza del premier italiano Mario Monti, del presidente francese Hollande e di una corposa delegazione di ministri dei due Paesi (per l’Italia, presenti il ministro dello Sviluppo economico e Trasporti Corrado Passera, il titolare del Viminale Anna Maria Cancellieri, quello della Farnesina Giulio Terzi, il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola, quello dell’Istruzione Francesco Profumo e quello per gli Affari europei Enzo Moavero). Tema centrale del summit è stato, infatti, proprio il comune impegno dei Governi a portare avanti l’accordo per la realizzazione della Torino-Lione, siglato a gennaio dai rispettivi ministri delle Infrastrutture e oggi riconfermato in tutti i suoi punti. Ma Monti e Hollande hanno anche firmato nella capitale di Rhone Alpes una dichiarazione congiunta, che rappresenta non solo la ferma intenzione di andare avanti con l’alta velocità ferroviaria, ma costituisce «una visione comune del futuro dell’Europa, fondata su crescita, progresso sociale, solidarietà e democrazia».

Fra le prime scadenze in calendario per la Torino-Lione, c’è innanzitutto quella a portare al più presto a termine la ratifica del trattato internazionale, da parte dei due parlamenti. «Nei mesi scorsi – ha detto Monti – ci siamo confrontati con platee ben più complesse. Non credo faticheremo a convincere i deputati della bontà di questa intesa». Il prossimo 14 dicembre, la conferenza intergovernativa sulla Torino-Lione autorizzerà, inoltre, la costituzione del nuovo soggetto promotore binazionale, che prenderà il posto della società di progettazione Ltf e che guiderà, in fase di esecuzione, il cantiere mentre entro l’anno sarà anche bandita la gara per l’affidamento dei lavori di scavo a Saint Martin La Porte: un’opera ancora parte della fase progettuale, ma che anticipa una sezione del futuro tunnel di base». Italia e Francia si presentano, infine, quantomai unite nel chiedere all’Ue di innalzare dal 30 al 40% la quota di finanziamento per l’infrastruttura, «in sede – ha ribadito Monti – dell’approvazione del quadro finanziario pluriennale 2012-2020».

Se, dalla prefettura di Lione, è arrivato ieri un segnale irreversibile, di “un punto di non ritorno” sul cammino dell’infrastruttura, come ha confermato lo stesso commissario di Governo, Mario Virano, anche ieri gli attivisti del movimento no Tav hanno fatto sentire chiaro il proprio dissenso contro un’opera giudicata inutile e dispendiosa. Alcune centinaia di manifestanti hanno dato vita a una manifestazione nel piazzale di fronte la vecchia stazione di Brotteaux, lontani però circa due chilometri dalla sede del vertice.

da Il Sole 24 Ore


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