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All’ultima spiaggia! Il Pdl minaccia Monti

Dal volto sul decreto al Senato è emerso però che il governo guidato da Mario Monti ha perso la maggioranza dell’Aula del Senato. Ha ottenuto infatti 127 sì, ben 35 voti sotto quota 162, cioè la metà più uno dei componenti dell’assemblea di Palazzo Madama.
Nel pomeriggio potrebbe esserci una replica, con il decreto sui costi della politica negli enti locali. Il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto ha annunciato che «sulla base di una valutazione politica generale che va al di là del merito del provvedimento riguardante i costi della politica negli enti locali, abbiamo deciso di astenerci oggi pomeriggio sul voto di fiducia per marcare la nostra posizione fortemente critica sulla sua politica economica».
In punto di correttezza istituzionale, ora Monti dovrebbe verificare con i capigruppo della sua “strana maggioranza” se ha ancora l’appoggio del Pdl oppure no. Nel primo caso una “salita al Colle” per rassegnare le dimissioni non gliela leverebbe nessuno. E teoricamente diventano possibili le elezioni politiche a metà febbraio anziché alla scadenza naturale (aprile). “Tecnicamente”non farebbe una grande differenza. Politicamente sì, perché significherebbe che la destra punta a presentarsi al voto come coloro che “hanno fatto cadere” il governo più impopolare del dopoguerra. Sostenuto come pirla dal centro casiniano  e dal centrosinistra bersanian-renziano.
Economicamente, infine, ripartirebbe immediatamente a razzo lo spread e la “pressione dei mercati”, come si è visto fin dai minuti in cui il Gasparri ha preso la parola. Tanto per far capire a tutta la combriccola presente nel Parlamento italiano chi è che comanda davvero…

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L’andamento della mattinata:

Una decreto vergognoso, con dentro schifezze inaudite che comportano in qualche caso la sanzione dell’Unione europea. Ma per i berlusconiani non fa schifo abbastanza e quindi stanno per uscire dall’aula al momento del voto. In questo modo mancherebbe la maggioranza favorevole alla fiducia, ma bisognerà vedere se tutti i parlamentare del Pdl si atterranno all’indicazione. E’ noto infatti che un buon numero (capitanato da Pisanu e Frattini) è invece ormai iscritto tra i “montiani” duri e puri. Che non hanno però avuto la forza di “rompere” davvero con il veccgio Caimano.
Su 167 votanti, i favorevoli sono stati 127, i contrari 17 e gli 23 gli astenuti. Il Pdl non ha partecipato al voto. Il provvedimento ora torna alla Camera.

Leggiamo dal IlSole24Ore online: “Si è chiusa al Senato la prima chiama dei senatori per il voto sulla fiducia sul maxiemendamento proposto dal governo, interamente sostitutivo del decreto legge sviluppo bis. È ora in corso la seconda chiama. Il Pdl con Maurizio Gasparri ha annunciato che non parteciperà al voto. Se ottiene la fiducia, il provvedimento deve poi tornare alla Camera”.

Per Anna Finocchiaro, presidente del gruppo “democratico” al Senato, ha giudicato la scelta del Pdl come una ritorsione alle dichiarazioni di Corrado Passera, contrario a un ritorno di Silvio Berlusconi. «Se il partito che da un punto di vista parlamentare ha ancora la maggiore consistenza passa all’astensione – ha detto Finocchiaro – vuol dire che questo governo non ha più la fiducia delle Aule parlamentari. Credo che Monti debba recarsi al Quirinale».
Di fatto, sarebbe un modo di obbligare Napolitano allo scioglimento leggermente anticipato delle Camere per indire quindi un “election day” al 10 febbraio (data per il voto alle regionali di Lazio e Lombardia). I sondaggi, secondo alcuni, darebbero in questo caso qualche razione di punto in più ai berlusconiani in rotta.

Il maxiemendamento al decreto sviluppo presentato dal governo ha ridotto le dimensioni del testo. In particolare,  prevede la proroga per soli cinque anni, dal 2015 al 2020, delle concessioni demaniali per gli stabilimenti balneari. Il Pdl pretendeva che fossero rinnovate per 25 (!), nonostante che già questa proroga “minore” sia in conflitto con le norme europee (in linea con la direttiva Bolkestein, avrebbero dovuto andare a gara dal 2015).

Secondo la relazione tecnica che accompagna il maxiemendamento la norma che fa slittare la scadenza delle concessioni al 2020 potrebbe causare una multa, da parte dell’Ue, fino a 652.800 euro al giorno. 
Un’altra misura controversa riguarda i “Monti bond” per MontePaschi, anche questa stoppata in commissione Bilancio, e non reinserita dal governo nel maxiemendamento

Novità anche sugli immobili delle Casse. Inizialmente era stata prevista la vendita a prezzi agevolati, alle persone in difficoltà, delle case possedute dagli enti previdenziali pubblici. Con modalità di cessione e di locazione tali «da consentire in presenza di necessari requisiti, riduzioni del prezzo di vendita finale e canone d’affitto sostenibili a favore delle famiglie, delle persone anziane e singole a basso reddito e con comprovata difficoltà finanziaria». Nel tardo pomeriggio di ieri, invece, il presidente della commissione Bilancio del Senato Azzollini (Pdl) ha chiesto in Aula che saltasse questa norma, in quanto non ci sarebbe stata la copertura.

Il testo del maxiemendamento:

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