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Quello che le elezioni non dicono

Il Coordinamento nazionale del Comitato No Debito si è riunito mercoledi a Roma per discutere della fase politica – sulla quale incombono le elezioni –  ma soprattutto l’agenda di lavoro dei prossimi mesi con la necessità di rimettere al centro i contenuti di una rottura necessaria su debito,fiscal compact e nazionalizzazioni.
Nella introduzione della riunione Cremaschi ha sottolineato come appaia ormai evidente come le classi dominanti abbiano affidato agli stati le politiche liberiste come modello per far fronte alla crisi e di come sia altrettanto evidente che il patto tra governi, banche, partiti stia dimostrando ancora una capacità di tenuta nella gestione dei contraccolpi sociali della crisi.
Paradossalmente il Pd non solo non ha pagato un prezzo politico per il sostegno a Monti ma sembra aver addirittura rafforzato i suoi consensi. Non solo, nel nostro paese, anche in occasione delle prossime elezioni, sembra prevalere il massimo di delega del conflitto sociale alla politica. La soluzione dei problemi del lavoro come di quelli sul piano sociale viene affidata più alla “mediazione in sede politica” che alla capacità di incidenza delle mobilitazioni. Anche il conflitto si va determinando più sul piano della “insorgenza sociale” che sul tradizionale conflitto sui luoghi di lavoro dove pesa enormemente il ricatto occupazionale.

Nella discussione non sono mancate note di autocritica, ad esempio il fatto che il Comitato No Debito, con la sua azione cominciata quindici mesi fa (il 1 ottobre 2011), non sia riuscito a determinare una alternativa politica e sociale forte ai diktat europei rappresentati dal governo Monti e fatti sostanzialmente propri dal Pd.
Alcuni interventi hanno sottolineato anche il rischio di una esperienza un po’ da intergruppi – come in parte è venuto determinandosi il Comitato No Debito – se ha funzionato da stimolo sul piano delle iniziative (le due manifestazioni nazionali del 31 marzo e del 27 ottobre, le uniche contro il governo Monti, o assemblee nazionali sempre partecipate), abbia però ritardato la costituzione di uno spazio politico autonomo che potesse incidere nell’agenda politica.

I contenuti della piattaforma del Comitato No Debito (ripudio del debito, disdetta del fiscal compact e dei trattati europei, nazionalizzazioni) non sono presenti come temi nella campagna elettorale in corso, neanche tra le forze che dovrebbero apparire più sensibili a questi temi.
Il Comitato No Debito ha riaffermato anche in questa sede la propria autonomia e indipendenza dal quadro politico e dalle forze impegnate nella competizione elettorale, una posizione questa esplicitata – anche se con toni più duri – dal movimento No Tav, riconoscendo comunque il diritto e la legittimità di farlo ai soggetti politici che parteciperanno alla campagna elettorale. Che questo consenta ai temi della campagna No Debito (debito, fiscal compact, nazionalizzazioni) di pesare nel dibattito elettorale è però tutta un’altra cosa e, al momento, sembra proprio che questi contenuti siano stati espulsi o fortemente marginalizzati.

Nelle prossime settimane il Comitato No Debito intende rilanciare la propria azione e agire in due direzioni. La prima è il rilancio dell’iniziativa dei Comitati No Debito territoriali, soprattutto contro i tagli imposti dalla spending review (che Fiscal Compact e pareggio di bilancio renderanno ancor più pesanti). La seconda sono la messa in agenda di iniziative pubbliche di affermazione della piattaforma No Debito anche durante la campagna elettorale.

Sul primo punto è stato deciso di procedere rapidamente e decisamente alla strutturazione dei comitati No Debito locali e l’avvio delle campagne contro i tagli alla sanità. I Comitati No Debito di Milano e di Pisa, già attivi da tempo su questo terreno, hanno prodotto documenti e iniziative importanti.

Sul secondo punto, ovvero come far vivere i contenuti programmatici dentro la campagna elettorale, il Comitato No Debito di Milano ha già messo in cantiere un convegno sui tagli alla sanità a metà febbraio a Milano.
L’idea è quella di mettere in campo  iniziative anche a Roma, a Napoli e Torino cioè nelle principali aree metropolitane. Tra le proposte – oltre a quella indicata dal comitato di Milano – c’è quella di un confronto pubblico con le forze che concorrono al di fuori del centro-sinistra su tre contenuti programmatici del Comitato No Debito: ripudio del debito pubblico, disdetta del Fiscal Compact, nazionalizzazioni delle banche e aziende strategiche. Una chiamata al confronto e alla esplicitazione su questi tre temi verrà dunque rivolta a Rivoluzione Civile, Partito Comunista dei Lavoratori e Movimento 5 Stelle. Ma si cercherà di discuterne anche con gli esponenti di Alba/Cambiare si può che hanno deciso di non aderire all’esperienza di Rivoluzione Civile.

Dunque il Comitato No Debito ha deciso di non aspettare che “passi a’ nuttata” delle prossime elezioni per rimettere in campo iniziative e contenuti che – seppur rimossi dalla campagna elettorale – hanno tutte le potenzialità per vivere e crescere nelle contraddizioni e nei conflitti sociali dei prossimi mesi.

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1 Commento


  • Paul De Marco

    A che punto siamo con il referendum abrogativo? Perché senza l’abrogazione si tratterà di costituzione e ci sarà poco da fare.
    Paul

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