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Si può pensare che stampare magliette e venderle sia una forma “bassa” di resistenza, ma forse risponde a diversi bisogni politici immediati. Veicolare un pensiero politico, risvegliare coscienza, incuriosire i “neutri”, finanziare altre iniziative, costruire un’identità.
Ovvio che non si possa “imitare” una reazione altrui, avvenuta su un particolare episodio e pensatore politico comunista, in un determinato luogo. Le cose più interessanti, a nostro parere, sono invece due.
a) la capacità di “andare in contropiede”, sfruttando l’ottusità palese di un atto repressivo di stampo franchista, per allargare forme della comunicazione e interlocuzione sociale nel mentre – recuperando uno e molti altri esempi del pensiero comunista – si radicalizza il messaggio (dalla generica “richiesta di spazio democratico” all’allternativa di sistema).
b) la rivendicazione orgogliosa di una cultura politica che qui da noi, al contrario, viene messa costantemente sotto il tappeto, sottoponendosi a defatiganti ed inutili sforzi per farsi accettare indipendentemente da quello che si era.
Esempi se ne potrebbero fare a decine. Da quelli che fingono una mossa sull’ultrasinistra per schierarsi furbescamente tra i rottamatori della Costituzione, a quelli che barattano un futuro posto al tavolo dei potenti portando in dote gli sforzi di interi movimenti. Tra negriani e vendoliani, insomma, ci sono alcune altre alternative.
E ci piace mettere in effige questa camiseta che riporta una semplice verità politica, filosofica ed epistemologica, quasi. Perché come in fisica non esiste una forza che non sia mediata da una particella, cos’ nella storia umana non esistono idee che non siano tramandate attraverso organizzazioni.
http://www.enlucha.org/site/?q=camisetas
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