Pensavate che fosse finita? Beh, questo può essere un mezzo colpo di grazia per Berlusconi e soci, ma è una gag che non ha prezzo.
L’ex sottosegretario all’economia – avete letto bene, uno dei vice di Tremonti che “sorvegliava” la salute dei nostri conti pubblici – non è riuscito a convicere il boss di Arcore a reinserirlo per la quinta volta alla Camera. Ha due richieste di mandato d’arresto sul groppone, la Camera l’ha salvato entrambe le volte, ma se non sarà più parlamentare le manette scattano un’ora dopo la pubblicazione dell’elenco dei nuovi “onorevoli” e senatori.
Scoperto che nelle liste lui, Nicola Cosentino, proprio non c’era, dopo una sfuriata che è già leggenda metropolitana (“io vi rovino”, ovvero “me la canto e vi trascino tutti nella mia stessa merda”), è fuggito da palazzo Grazioli con le liste dei candidati veri per la Campania. I quali si stanno precipitando nella sede napoletana per firmare di nuovo prima che scatti l’esclusione del partito dalle elezioni: le ore 20 di stasera. Anche se il Pdl smentisce e afferma che le liste sarebbero in mano a Francesco Nitto Palma, “toga nera” che rappresentò l’accusa in un processo per insurrezione contro le Brigate Rosse (tutti assolti: un record assoluto per un processo di quei tempi). Ce la faranno sicuramente e auguriamo sinceramente loro di riuscirci: dove la troviamo una compagnia d’avanspettacolo che ci sappia far ridere più di questa?
Certo, il fatto che un tizio che a casal di Principe tutti sanno essere ai vertici della camorra locale – il suo clan è ababstanza famoso alle cronache, grazie anche a “Gomorra” del suo concittadino Roberto Saviano – sia stato sottosegretario vi deve preoccupare. Almeno quanto Bossi alle riforme o Elsa Fornero al lavoro/pensioni. Sapete, i ladri per conto proprio ci preoccupano quanto gli “esodatori” per conto della Troika e dei padroni.
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