Questa mattina i giudici della Corte di Cassazione si sono riuniti per decidere se confermare o meno la decisione presa lo scorso 8 gennaio dalla Corte d’Appello di Roma riguardo all’estradizione del militante basco Lander Fernandez, agli arresti domiciliari ormai dal 15 giugno del 2012, due giorni dopo l’arresto avvenuto sulla base di un mandato di cattura emesso dalla magistratura speciale di Madrid.
L’udienza è iniziata poco dopo le 10 di questa mattina ed è durata poco meno di un’ora. “La relazione del giudice relatore è stata puntuale mentre in appello era stata sbrigativa, e quindi abbiamo la positiva sensazione che per lo meno i magistrati della Cassazione abbiano studiato i numerosi documenti che abbiamo presentato sull’inconsistenza dell’accusa a carico di Lander Fernandez e in particolare la nostra opposizione all’estradizione basata sul fatto che il reato che viene contestato all’imputato è, secondo la nostra legislazione, ampiamente prescritto” spiega Maria Luisa D’Addabbo, uno dei legali del collegio di difesa del militante basco. Come era avvenuto anche nel corso dell’udienza in Corte d’Appello, in Aula questa mattina c’era anche l’illustre avvocato Franco Coppi, designato dalla rappresentanza diplomatica di Madrid a Roma a rappresentare le accuse dell’Audiencia Nacional di Madrid, tribunale speciale “antiterrorismo” nato durante gli ultimi scampoli della dittatura franchista.
Mentre all’interno del Palazzaccio si svolgeva l’udienza a poca distanza, a Piazza Cavour, alcune decine di attivisti del Comitato ‘Un caso basco a Roma’ esprimevano con bandiere e con uno striscione la propria solidarietà nei confronti di Lander, invitando la Corte di Cassazione a respingere una richiesta di estradizione illegittima e infondata, basata su una concezione persecutoria ed emergenzialista del contrasto non come affermato all’attività di un gruppo armato, l’ETA, che ormai da anni non compie più nessuna azione e che ha dichiarato la fine definitiva delle sue attività, ma contro ogni espressione politica e sociale della sinistra basca. Da questo punto di vista è assai rivelatore l’arresto avvenuto ieri nei Paesi Baschi spagnoli di un consigliere provinciale del partito indipendentista Sortu, Iker Rodrigo Basterretxea, ritenuto colpevole di “apologia di terrorismo” in quanto reo di aver organizzato le esequie pubbliche di ‘Thierry’ (Francisco López Peña) dirigente dell’ETA scomparso recentemente a causa di una grave infermità.
In contemporanea con il presidio di Roma anche a Napoli e a Torino i comitati di solidarietà con i Paesi Baschi (Euskal Herriaren Lagunak) hanno organizzato delle azioni simboliche di solidarietà esponendo striscioni in luoghi simbolici delle due città contro l’estradizione di Lander Fernandez.
Scrive a proposito della sua iniziativa di questa mattina il Collettivo Giurisprudenza Indipendente di Napoli:
“Oggi, 16 aprile, in occasione del giorno della decisione della Cassazione in merito all’estradizione di Lander, abbiamo manifestato la nostra solidarietà e vicinanza a quest’ultimo mediante affissione di uno striscione in facoltà.
Lander Fernandez Arrinda è un attivista dei movimenti politici baschi, arrestato il 13 giugno 2012 dalla polizia italiana in esecuzione di un mandato di arresto emanato dalle autorità spagnole. L’accusa mossa nei suoi confronti è un incendio di un autobus, vuoto e in sosta, a Bilbao, in occasione di una manifestazione politica.
L’8 gennaio scorso la Corte d’Appello di Roma si è espressa a favore dell’Estradizione di Lander, e proprio oggi dovrà decidere, come anticipavamo, la Corte di Cassazione.
Ci sono 3 buoni motivi per dire no all’estradizione di Lander:
Le accuse contro Lander sono false, basate su alcune dichiarazioni estorte da Aingeru Cardano, suo conoscente, sotto tortura, nel periodo di “incomunication” seguito all’arresto (Istituto previsto dalla legislazione spagnola, più volte denunciato dagli organismi internazionali). E proprio il caso di Aingeru Cardano è stato oggetto di attenzione da parte dell’ONU, documentato nell’informatica del 30 marzo 2005 alla Commissione sui diritti umani delle Nazioni Unite, in cui si denunciano appunto le torture subite dal giovane.
Il fatto addebitato a Fernandez risale al febbraio 2002, e il reato sarebbe prescritto secondo il nostro ordinamento. In base alla normativa internazionale non è consentita l’estradizione per reati prescritti.
Vi sono fondate ragioni, infine, per temere che Lander sia sottoposto, una volta estradato, a trattamenti disumani. Questi rappresenta una causa ostativa all’estradizione, prevista del nostro stesso ordinamento. L’art. 698 cpp sancisce infatti, “Non può essere concessa l’estradizione quando vi è ragione di ritenere che l’imputato o il condannato verrà sottoposto a […] trattamenti crudeli, disumani o degradanti”. A cui va senz’altro aggiunta un ulteriore norma, prevista dalla nostra carta fondamentale, che prevede un divieto tassativo di estradizione dello straniero per reati politici, l’art 10, ultimo comma, della Costituzione”.
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