Evidentemente la provvidenza del prof. Mario Monti non appare così convincente come l’apparato politico tripartizan e il sistema dei mass media intende far credere. La terapia d’urto che il governo intende scaricare su un paese e su settori sociali già devastati dalla crisi ha le caratteristiche di una “guerra contro i poveri”. Se la politica si rende subalterna a questo massacro sociale, i movimenti sociali e i sindacati conflittuali non sono dello stesso avviso.
Il Comitato “No Debito” ha convocato una prima iniziativa di protesta oggi alle 17.00 a Montecitorio, proprio mentre Mario Monti presenterà la sua manovra antisociale alla Camera e al Senato. “Che cosa si aspetta ancora? Oramai è chiaro che le misure che si prepara ad adottare il governo Monti sono di un’iniquità sociale mostruosa” denuncia Giorgio Cremaschi della Fiom e tra gli animatori principali del Comitato No Debito. “Siamo immersi in una melassa vomitevole, in questa luna di miele generalizzata con questo banchiere che tiene il paese col fiato sospeso. Anche dentro l’area sociale che ha vissuto per decenni di solo antiberlusconismo prevale l’attendismo, il bisogno di ‘stare a vedere e che comunque è sempre meglio di Berlusconi’” afferma sdegnato Pierpaolo Leonardi della Usb.
Sempre per lunedì a Napoli è prevista una assemblea cittadina alle ore 16.30 all’università orientale alla quale parteciperanno studenti e lavoratori per decidere come rispondere alla manovra del governo. “Il 5 dicembre vogliamo anche noi inaugurare il Governo Monti, opponendoci alle sue politiche neo-liberiste e filo-padronali: ci sentiamo di raccogliere l’ansia, la rabbia, l’inquietudine di studenti e lavoratori rispetto alla “nuova” fase che si è aperta con questo governo che di “tecnico” ha ben poco. I media ci vogliono restituire l’immagine di un paese pacificato che si stringe intorno al suo “salvatore”. Noi invece sappiamo che nessuno ci può salvare tranne noi stessi!” affermano in documento gli studenti del Collettivo Autorganizzato Universitario e di Clash City Workers che sono tra i promotori dell’assemblea. “Il sistema Monti è il sistema Marchionne, come lui il Premier parla per diktat e non accetta discussioni” sostiene Vittorio Granillo dello Slai Cobas della Fiat di Pomigliano. Altri appuntamenti sono in via di definizione in altre città sempre il 5 dicembre. Monti potrebbe non essere l’unico a prendere la parola in questa giornata.
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