”Alfano si dimetta” è questo quanto chiede una mozione di sfiducia verso il ministro dell’Interno presentata dal MoVimento 5 Stelle alla Camera, alla luce del pasticciaccio piuttosto imbarazzante – si legge in una nota – del caso della famiglia Ablyazov, dissidente kazako, in cui una donna e la sua figlioletta sono state strappate a forza dal loro letto e tradotte immediatamente in un Cie per essere rimpatriate in tempi record in base alla falsa informazione di passaporti non validi. ”Il Viminale non poteva non sapere e, se non sapeva, significa che nel nostro Paese c’e’ una polizia parallela che agisce a propria discrezione e all’insaputa dei vertici soprattutto considerando che la notizia era online fin dal 5 giugno scorso”, e’ stato il commento del capogruppo M5S alla Camera, Riccardo Nuti. ”Anche la dignita’ italiana e’ stata calpestata, nell’ignorare brutalmente i diritti umani di una bambina e della sua mamma. E tutto – conclude Nuti – solo per obbedire agli ordini di uno Stato straniero”.
La richiesta di dimissioni di Alfano si riverbera intanto sugli equilibri nella maggioranza di governo. Il capogruppo del PdL Brunetta ha fatto sapere esplicitamente che senza il vicepremier e ministro dell’Interno, Angelino Alfano, il governo non va avanti. ”Mi sembra ovvio che non si va avanti” ha replicato Brunetta a chi gli chiedeva un commento sulla richiesta di dimissioni del Ministro dell’Interno. Nel Pd c’è imbarazzo e qualche timore. Pochi, come Pina Picierno, si sono dichiarati fin d’ora pronti a votare la sfiducia, «se Alfano risultasse responsabile». Ma potrebbero moltiplicarsi in caso di voto segreto riferisce Lettera 43.
Il nuovo Capo della Polizia, Alessandro Pansa, intanto ha convocato ieri nel suo ufficio i protagonisti del pasticciaccio kazaco per ricostruire nei particolari su quanto accadde tra il 27 e il 31 maggio scorsi e preparare la sua relazione sui fatti. Secondo alcune fonti la relazione di Pansa dovrebbe essere reso nota in anticipo sui tempi previsti.
Si fanno gli elenchi delle teste che potrebbero saltare: dal capo gabinetto di Alfano Procaccini, al segretario del capo della polizia Valeri, ai funzionari della Criminalpol e della Questura di Roma. Funzionari dello Stato sacrificabili in nome della tesi che “Alfano non ne sapeva nulla”.
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