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Una finta aggressione addebitata ai No Tav

Un confuso racconto di un camionista che sostiene di essere stato fermato e “aggredito”, una nota della questura di Torino che si trasforma ipso facto in un articolo di giornale. Storie di quotidiana infamia nel processo di mostrificazione di un movimento d’opposizione, di una popolazione, della ragione che si contrappone alla pura forza dell’interesse privato.

La risposta del movimento.

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Molto rumore per nulla

E’ come se quest’estate di lotta avesse sdoganato un nuovo modo di interpretare la realtà, una realtà che la questura Torinese con mamma Magistratura prova a riscrivere a proprio uso e consumo.

Nel mondo che loro vorrebbero il movimento No tav è un mostro a tre teste che va in giro ad aggredire le persone senza motivo, che fa paura, che è pericoloso, che è armato e che vuole sovvertire l’ordine democratico.

Nel fare ciò stanno utilizzando tutte le armi in loro possesso con la complicità della carta stampata che, soprattutto a Torino, ha raggiunto dei livelli di parzialità oramai imbarazzanti e ingiustificabili.

Se pensiamo agli arresti di venerdì 19 luglio e ai ragazzi fermati picchiati per ore, alle molestie e alle ferite sul corpo di Marta che per bocca di politici amici della polizia (ed ignoranti) diventano bugie, alle perquisizioni ai 12 giovani della nostra valle accusati di terrorismo ed eversione, capiamo che sono tutti mezzi con i quali tentano di distruggere il movimento, farlo diventare il nemico pubblico numero 1, cancellandolo da quella storia che loro vorrebbero riscrivere a difesa dei grandi interessi.

Oggi un’altra pedina è stata messa in campo, quella di una presunta aggressione ad un camion che ieri sera trasportava una torre di raffreddamento diretta in Francia.

Ci riferiscono che i No Tav hanno verificato la destinazione del trasporto per poi lasciare passare tranquillamente il mezzo.

Oggi invece scopriamo da un comunicato emesso dalla Questura che questo camion e il suo conducente avrebbero subito un’indescrivibile aggressione e che i No tav, insomma, abbiano commesso l’ennesimo efferato crimine. Si descrivono nel dettaglio 15 minuti di terrore puro e viene intervistato il camionista che, in stato di shock, racconta di momenti di panico in cui pensava alla moglie, ai figli, alla nonna, al cane e non si sa a chi altro…Tutto in un comunicato della Questura che pochi minuti dopo si trasforma in un articolo fatto e finito sull’edizione online di un quotidiano locale!

Dai racconti delle persone presenti nessuno riconosce questa scena…Sarà possibile, quindi, che nelle narrazioni della questura c’è chi ci metta del proprio per ingigantire e drammatizzare la realtà?

E’ possibile, e questa è una domanda non un’affermazione, che stiamo assistendo ad un sistematico, continuativo ed intollerabile abuso degli strumenti a loro disposizione?

Chi legge saprà rispondere questa domanda.

Per quel che ci compete, è solo molto rumore per nulla.

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