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Il prefetto sposta la partita Roma-Napoli

Alla fine l’hanno fatto. Anche se in una forma meno grave e provocatoria di quanto era stato in un primo momento ipotizzato.

Roma-Napoli, partita di cartello dell’ottava giornata di serie A, si giocherà venerdì 18 ottobre alle 20.45 anziché, come previsto dal “normale” calendario, il 19 ottobre alle 18. Lo ha deciso il Prefetto della Capitale, Pecoraro, che lo ha comunicato ai presidenti di Coni e Lega, Giovanni Malagò e Maurizio Beretta, da giorni in campo per evitare un rinvio della gara.

Il match era stato caricato di implicazioni decisamente improprie sul terreno dell'”ordine pubblico”, perché concomitanza con la manifestazione dei movimenti (ma che i giornalai di regime chiamano “la calata dei No Tav” o, ancora più terroristicamente, “il ritorno degli sfasciavetrine”.

La Lega calcio aveva inizialmente pensato all’inversione di campo tra le due squadre, ma si era scontrata con la resistenza della Roma, che avrebbe dovuto a quel punto giocare tre partite consecutive in trasferta. Scartata alla fine anche l’ipotesi del rinvio, la più odiosa per le tifoserie di entrambe le squadre, che stanno attraversando uno straordinario momento di forma.

Evidente fin dall’inizio il tentativo di mettere la tifoseria romanista – e quindi “la città” – contro i manifestanti sia del 18 che del 19 ottobre. Le radio dei tifosi, in questi giorni, hanno bombardato gli ascoltatori con appelli a vietare o rinviare la manifestazione. E lo si capisce anche, visto che in alcuni casi queste trasmissioni sono gestite da fascisti vecchi e nuovi. Nei bar e in altri luoghi di ritrovo della Capitale da giorni non si parlava d’altro. Ma in molti casi si sono visti e sentiti tifosi che avevano “mangiato la foglia” e ricordavano la lunga sequela di prepotenze subite da polizia e carabinieri in varie occasioni; nonché la raffica di provvedimenti legislativi indirizzati a limitare l’ingresso allo stadio delle tifoserie organizzate (dal Daspo – non a caso ipotizzato anche per i manifestanti – alla “tessera del tifoso”).

Ora la decisione finale del prefetto, che segna quantomento un compromesso tra le diverse paure: si gioca la sera del 18, quando la manifestazione dei sindacati conflittuali sarà da tempo terminata, a San Giovanni, e trasformata in una “acampada” intorno al palco sui cui si alterneranno gruppi musicali “di movimento”.

Ma deve restare alta l’attenzione di tutti i compagni: quando il potere soffia sul fuoco delle paure vuol dire che è in difficoltà. E che sta cercando un “diversivo” forte per dirottare altrove le preoccupazioni popolari per le condizioni di vita in peggioramento.

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1 Commento


  • fiumerosso

    le radio che parlano solo di roma che ho ascoltato io dicevano tutt’altro: non si può vietare una manifestazione, è una vergogna che una città come roma non possa ospitare contemporaneamente manifestazioni ed eventi sportivi. poi certo, se si ascolta NARione allora la storia sarà stata diversa.

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