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Val Susa. L’imprenditore che si ritira…ma se non è neanche il proprietario dell’azienda!

La propaganda di regime si vede meglio da certi dettagli. Uno degli ultimi mantra dei “sì tav” (un vasto fronte che va dalla Procura di Torino al Quirinale, passando per imprese non sempre dentro i confini dell'”onorabilità” imprenditoriale) recita: le imprese che fanno i lavori sono assalite dai terroristi e stanno per gettare la spugna!

Segue regolare allarme per l’occupazione. dotte dissertazioni sul fatto che la Tav “porta lavoro” (nessuno ha mai quantificato quanto, perché si scoprirebbe che per certe infrastrutture si lavora quasi eslusivamente con le macchine; al punto da poter dire con poco margine di errore che poliziotti e soldati inviati in Val Susa sono più numerosi dei lavoratori impegnati nello scavo o nella movimentazione dei detriti…).

Poi si scopre – spesso – che questi santi imprenditori non sono poi così “vittime” come si cerca di far credere. E che il business pagato dalla Stato italiano – i francesi hanno rinviato al 2030 ogni decisione sulla loro parte di tunnel, l’Unione Europea ha cancellato i finanziamenti comunitari per le “grandi opera infrastrutturali” – è l’unica vera ragione dell’assedio alla Valle.

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Sono su tutti i siti d’informazione le parole di Giuseppe Benente di Bussoleno: “Hanno vinto i No Tav, sono più forti dello Stato. Lunedì metto la società in liquidazione”. Perchè usa queste parole e i giornali gli danno così tanto spazio? Perchè reagisce alla bocciatura dell’emendamento che estende alle imprese valsusine la copertura assicurata alle aziende colpite da attentati mafiosi.

Fa pensare la reazione del sig. Benente che da tempo continua a fare la vittima delle sue vicende imprenditoriali, dando la colpa ai notav. Colpe che francamente i notav non hanno perchè se la sua ditta è fallita, nonostante le commissioni che la lobby del Tav gli ha dato più volte (fu lui a fare parte delle trivellazioni dei sondaggi geognostici), dovrebbe farsi due conti sul suo progetto imprenditoriale, invece nei mesi scorsi era tropo impeganto a godere dell’attenzione dei “sitav”. Un pò come oggi st aavvenendo con i giornali e i politici, che alla fine lo scaricano.

A onor del vero però, per far capire com’è realmente la vicenda Tav, il sig. Benente che annuncia di “mettere la società in liquidazione” non è nemmeno il porprietario dell’azienda in questione. Non è nemmeno il direttore tecnico. Tutta la ditta è intestata a parenti e lui non figura in nessu ruolo dello statuto societario.

Però lo usano come simbolo, e lui lo lascia fare, e dice che hanno vinto i notav…

Noi non abbiam vinto un bel niente e la sua reazione diostra come ci fossero aspetattive da questo emendamento che evidentemente, permetterebbe agli imprenditori che vanno a piangere in tv, di non dover pagare le assicurazioni e assicurarsi soldi da un fondo di solidarietà che andrebbe usato in altro modo.

Un dubbio certo, che non sfiora nessun commentatore, che non si accorge neanche che chi sta intervistando non ricopre nemmeno il ruolo che dice di ricoprire.

Qualche informazione:

La Geo.Mont. srl con socio unico nasce il 3/4/1998. Capitale sociale 100.000,00 euro interamente versato.

La società fallisce l’8/11/2011.

La GEOMONT FONDAZIONI SPECIALI srl viene costituita il 20/4/2011 con un capitale sociale di ben 10.000,00 euro di cui versati 2.500,00. L’amministratore unico è un parente del sig.Benente.

Dunque il sig. Benente non ha nulla a che fare con la GEOMONT FONDAZIONI SPECIALI srl essendo semplicemente l’amministratore e socio unico della ex GEO.MONT. srl FALLITA a novembre 2011.

da notav.info

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