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Arresti: assemblea e corteo a Napoli, mercoledì presidio a Regina Coeli

Indetto per mercoledì mattina un presidio di solidarietà con gli arrestati fuori dal carcere di Regina Coeli, in contemporanea con gli interrogatori fissati dalla magistratura dei quattro manifestanti e delle due attiviste detenute da sabato pomeriggio. Scrive la Rete Evasioni in un comunicato:

“Durante la manifestazione di sabato 19 ottobre 2013 a Roma e nello specifico durante le cariche avvenute in via XX Settembre dinnanzi il Ministero dell’Economia e delle Finanze e in un breve episodio a Porta Pia,  sono stati effettuati 10 fermi.

Tra questi, 6 ragazzi/e sono stat* infine arrestat*.  Il reato loro contestato è quello di resistenza pluriaggravata.
Mercoledì 23 ottobre, alle ore 10,30 nel carcere di Regina Coeli, avrà luogo l’udienza di convalida dell’arresto in cui sarà il PM Luca Palamara a svolgere le funzioni dell’accusa e il Gip Riccardo Amoroso a giudicare la loro posizione. 
Invitiamo tutti e tutte a partecipare ad una presenza solidale dalle ore 10 sul Lungotevere Farnesina c/o Ponte Mazzini, davanti l’ingresso del carcere, al fianco dei 4 ragazzi e delle 2 ragazze sotto accusa.
Non lasciamo nessu@ sol@ davanti alla repressione”.

Questo pomeriggio intanto nell’aula magna Matteo Ripa di Palazzo Giusso, nel centro di Napoli, centinaia di persone hanno partecipato ad una assemblea di bilancio della manifestazione nazionale di sabato che non ha potuto non occuparsi di una repressione che ha colpito Sara e Celeste, due attiviste del Collettivo Autorganizzato Universitario del capoluogo campano. La partecipata assemblea si è trasformata in un corteo che ha attraversato le vie del centro di Napoli fermandosi a lungo sotto gli uffici della Questura, chiedendo la liberazione immediata di Sara, Celeste e di tutti i manifestanti arrestati sabato pomeriggio. “Cercano di tenere i compagni e le compagne in carcere il più possibile. Le accuse sono di resistenza pluriaggravata e violenza. è chiaro che queste accuse sono tutte politiche, che dietro c’è la volontà da parte dello Stato di far apparire come violenti chi manifesta per i propri diritti, per un futuro più giusto. Vi invitiamo a non far sentire le compagne e i compagni soli, scrivete a Sara e Celeste e a tutti gli altri compagni a Regina Coeli e a Rebibbia! La solidarietà è un’arma, usiamola!” scrivono i compagni delle due ragazze sui social network. 

Nel tardo pomeriggio di oggi dall’assedio di Porta Pia è arrivata la seguente presa di posizione:

Mercoledì mattina, i 6 arrestati durante la sollevazione generale del 19 ottobre verranno interrogati a partire dalle ore 9.30 nel carcere di Regina Coeli. Il Gip sceglierà se convalidare o meno gli arresti di sabato pomeriggio.
Nel verbale di arresto la polizia ha riportato che i 6 manifestanti avevano in tasca il foglietto con il nome dell’avvocato. L’accusa vuole, in pratica, portare avanti un’ipotesi di predeterminazione degli scontri, di organizzazione della cosiddetta violenza.
Si tratta ovviamente dell’ennesimo episodio, in questo paese, di processo al dissenso. Il processo alle intenzioni che si vuole mettere in campo ci sembra un tentativo di criminalizzazione molto debole soprattutto di fronte alle migliaia di persone che sono scese in piazza sabato e all’energia espressa. Ormai la controparte non sa più cosa inventarsi pur di montare un clima di paura nei confronti di chi individua direttamente i responsabili dell’emergenza sociale che viviamo in questo paese.
Durante le settimane che hanno preceduto l’assedio del 19 ottobre, la stampa annunciava fantomatiche orde di alieni in arrivo a Roma per devastare la capitale. Intanto il questore predisponeva la chiusura de La Sapienza e ordinava, all’ospedale universitario Policlinico, attraverso una circolare, la dimissione dei degenti per fare spazio ad eventuali feriti. Per alzare la tensione, il giorno prima della manifestazione nel quartiere Pigneto un gruppo di ragazzi è stato caricato dalla polizia durante un volantinaggio, mentre in tutta la città si svolgevano identificazioni a tappeto e venivano notificati fogli di via, come quelli a 5 attiviste/i del movimento di lotta per la casa di Firenze. Infine, poche ore prima del concentramento a Piazza San Giovanni sono stati installati posti di blocco ai principali caselli autostradali, per identificare e perquisire chi è venuto a manifestare.
Per tutti questi motivi, a tutti i manifestanti sono stati distribuiti i numeri del supporto legale che seguiva il corteo. Tutti e tutte avevamo il numero di un legale in tasca o scritto sulle braccia per qualsiasi evenienza, di fronte ai dispositivi messi in campo dalle forze dell’ordine. Ci autotuteliamo attraverso la diffusione di opuscoli che informano le persone dei loro diritti nel caso di arresto e il primo di questi è la nomina dell’avvocato.
Sabato la macchina del terrore è stata messa a nudo da una manifestazione unita e compatta nella quale si è espressa con dignità la rabbia di chi subisce quotidianamente il ricatto di una precarietà devastante e la violenza degli sfratti, della devastazione dei territori e della precarietà. Chi governa deve farci i conti.
Mercoledì ore 9.30 presidio sotto il carcere di Regina Coeli per richiedere la liberazione immediata dei ragazzi e delle ragazze arrestate il 19 ottobre.

Ne buoni ne cattivi. Si parte e si torna insieme

Liberi tutti e tutte!

#Assedio di Porta Pia

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