Un folto gruppo di studenti dell’ateneo di Cosenza ha dato vita ieri pomeriggio ad una vivace manifestazione di protesta all’arrivo del ministro Carrozza a Rende per l’inaugurazione di un nuovo campus gestito da privati dell’Università della Calabria. C’è stato anche un lancio di oggetti e uova contro il corteo di auto sulla quale viaggiava il ministro. Per permettere il passaggio del corteo governativo i reparti antisommossa hanno caricato gli studenti ed hanno lanciato anche alcuni lacrimogeni.
E proprio mentre a Cosenza era in corso la contestazione alla rappresentante del governo Letta, Anonymous ha attaccato il sito www.istruzione.it, mandandolo fuori uso per alcune ore.
Gli studenti hanno atteso l’arrivo del ministro davanti l’ingresso dell’Università, scandendo slogan di protesta contro i tagli all’istruzione e alla ricerca e l’aumento continua delle tasse universitarie, e chiedendo la liberazione dei sei giovani arrestati a Roma durante il corteo dei movimenti sociali che sabato ha sfilato per le vie della capitale. Tra le richieste degli studenti che hanno inscenato la protesta, anche la riduzione delle tasse universitarie, garanzie sul diritto allo studio ed il reddito minimo garantito. A conclusione della visita il Ministro Carrozza ha incontrato una delegazione degli studenti che avevano partecipato alla contestazione, che le hanno esposto i motivi della protesta. Il Ministro ha avuto – ci ha abituati in queste settimane alla sua ‘empatia’ con gli studenti – anche parole di comprensione nei confronti dei contestatori. «Vengo dal mondo dell’Università – ha detto – e capisco queste situazioni. Bisogna conoscere le ragioni della protesta». La deputata del Pdl Jole Santelli, in una dichiarazione, ha invece parlato di «vergognoso attacco al ministro Carrozza all’Università di Cosenza. Mi spiace che, per colpa dei soliti facinorosi violenti, l’Università di Arcavacata faccia una pessima figura. Una minoranza rissosa e intollerante – ha aggiunto – non puo travolgere la maggioranza degli studenti corretti e seri».
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