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Milano. Presidio di massa alla Rimaflow contro lo sgombero

Un presidio popolare e di massa questa mattina sta difendendo la Rimaflow, fabbrica occupata e riavviata dagli operai, dallo sgombero ordinato dalla proprietà. Tanti compagni sia dentro Rimaflow che fuori dai cancelli a difendere la fabbrica occupata dagli operai e il modello del mutuo soccorso.

La Unicredit Leasing intende cancellare con la forza la RiMaflow di Trezzano sul Naviglio, un’esperienza di autogestione operaia e di mutualismo che in quasi sei anni ha creato dal niente e senza aiuto alcuno 120 posti di lavoro.
Il Leasing caccia lavoratori e lavoratrici attraverso un decreto di sfratto nei confronti di Virum, un’immobiliare inadempiente e inesistente da anni nel sito.
Il decreto del Tribunale permette di ottenere la liberazione dell’area da persone e da cose mentre le istituzioni sbandierano un’inchiesta sullo smaltimento illecito dei rifiuti, che ha portato all’accusa infamante di RiMaflow come parte di un’associazione a delinquere e all’arresto del presidente della Cooperativa Massimo Lettieri: ossia il rovescio esatto di quanto fatto in questi anni come scelta ambientalista e di contrasto della criminalità organizzata sul nostro territorio da parte di RiMaflow!
Di questa inchiesta non si parla già più e si concluderà forse senza neppure celebrare un processo, mentre Virum si è sciolta come neve al sole ma sembra rimanere in vita solo per essere … oggetto dello sfratto! Unicredit Leasing non accetta la regolarizzazione dell’occupazione, come proposto anche dalla Prefettura di Milano per l’alto valore sociale dell’esperienza operaia di tutti questi anni, anni in cui la fabbrica sarebbe stata magari riempita di rifiuti poi dati alle fiamme, come succede ormai quotidianamente proprio in questi territori. Mentre se ciò non è avvenuto, come non è avvenuta alcuna altra conseguenza devastante di inquinamento – dati i tetti in amianto e il sottosuolo contaminato -, è proprio per la custodia del bene da parte dei lavoratori e delle lavoratrici presidianti.
Nessuna istituzione ha dato una mano a trasformare decine e decine di occasioni di lavoro informale in posti di lavoro regolari, ma decine e decine di operai e artigiani sono riusciti a regolarizzarsi proprio attraverso l’attività della Cooperativa RiMaflow colpita e messa in mora dall’inchiesta giudiziaria.

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