Corrispondenza da Radio Roar
È iniziato lo sgombero dell’ex Colorificio Liberato a Pisa. Gli occupanti stanno trattando con la Digos per ottenere una sospensione o almeno un rinvio dell’operazione di sequestro preventivo. Mentre poco distante dagli uomini in borghese ci sono 200 agenti della polizia pronti a entrare nello stabilimento. Il clima tra manifestanti e forze dell’ordine è disteso.
Sono molte le testimonianze di solidarietà che arrivano da tutta Italia per il progetto Municipio Beni Comuni. È molta l’indignazione per il tentativo di sgomberare un’esperienza innovativa – come poche altre in Italia: ad esempio la Remaflow di Milano -, in cui i cittadini si riappropriano di spazi abbandonati, restituendoli alla collettività.
Una sentenza di qualche settimana fa, invece, ha stabilito che l’ex Colorificio Liberato va restituito alla proprietà, la J Colors S.p.a. Si tratta di una multinazionale che anni fa ha lasciato lo stabilimento di 14 mila metri quadrati, licenziando decine di lavoratori.
Pochi minuti fa Giorgio Cremaschi ha chiamato la redazione di Radio Roarr (Rete occupata autogestita Radio Rebeldia) per esprimere la sua vicinanza alla battaglia del collettivo. «Questi sgomberi sono una vergogna sociale e costituzionale. Le case e gli edifici stanno perdendo la loro funzione sociale».
La Questura di Pisa ha contattato il sindaco Filippeschi per chiedere la convocazione di un tavolo sul luogo. Ma il primo cittadino ha fatto sapere di non essere disponibile ad alcuna trattativa con il collettivo. «Nonostante la scorsa estate il consiglio comunale abbia votato una mozione per sostenere l’ex colorificio – dice una ragazza del collettivo -, Filippeschi ha dimostrato ancora una volta di non voler avere a che fare con una parte enorme di città. Abbiamo ancora più voglia di difendere la realtà del Rebeldia.
Visto che il sindaco Marco Filippeschi non ha intenzione di muoversi dal palazzo comunale, andranno da lui alcuni membri dell’ex Colorificio, accompagnati da cittadini pisani. L’obiettivo è quello di sollecitare un incontro col primo cittadino, che sembra sordo alla loro richiesta di confronto. Mentre molti altri si stanno dirigendo verso lo stabilimento occupato in segno di solidarietà con i dimostranti.
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