Nella giornata di ieri più di 1000 antifascisti hanno manifestato nel centro di Firenze per dare una risposta pubblica e politica dopo quanto accaduto sabato scorso in piazza della Repubblica quando due antifascisti sono stati aggrediti da parte di una decina di appartenenti a Casa Pound.
Il corteo, partito verso le 16.00 da Piazza Savonarola ha imboccato via Giacomini e si è subito fermato al civico 4 dove si trova lo studio del commercialista Alberto Pizzetti, proprietario dell’immobile di Via Santi’Anna 3 dove ha sede Casa Pound. Davanti al portone è stato affisso uno striscione mentre al microfono veniva detto che non sarebbe più stata tollerata la complicità di chi affitta sedi ai fascisti.
Il corteo è proseguito attraversando i viali, imboccando via Lamarmora e svoltando in Via Venezia. Poco più avanti c’è proprio la sede di Casa Pound. Via Sant’Anna era inaccessibile e tutta la zona totalmente militarizzata con blindati, decine di agenti della Digos e poliziotti in assetto antisommossa. La tensione si è sentita e dopo quanto accaduto sabato scorso non sarebbe potuto essere altrimenti, ma il corteo, difeso dai propri cordoni, ha proseguito (foto 4).
Ancora una volta si è visto chiaramente quale sia l’unico motivo per cui quella sede è ancora aperta: la difesa della polizia e la vicinanza alla Questura che per la giornata di ieri aveva allertato ben 400 agenti.
Il corteo è proseguito con interventi e slogan per tutta via Cavour. Sotto il Consolato greco sono stati intonati cori contro Alba Dorata e in ricordo di Pavlos, Dax e gli altri compagni uccisi dalla violenza fascista.In Piazza Duomo poi una nuova sosta per ribadire quale siano le responsabilità del sindaco Renzi rispetto alla presenza e all’agibilità che hanno i neofascisti in città: “Il sindaco Renzi quasi mai parla di diritti. Solitamente quando ne parla è per negarli: vorremmo portare l’esempio dei continui sfratti e sgomberi di case in questa città. Oppure potremmo ricordare quando Renzi si accodò al coro di chi sosteneva Marchionne quando questi stava mandando a casa gli operai di Pomigliano e ristrutturando nuovamente la FIAT. Solo una volta ha parlato di diritti per garantirne a qualcuno. Era il 14 dicembre del 2011, all’indomani della strage fascista di Piazza Dalmazia ad opera del fascista di CasaPound Casseri: non appena Renzi sentì ventilare la possibilità della chiusura di CasaPound si affrettò a dichiarare che loro avevano il diritto di esprimersi come chiunque altro. Non c’è male! Complimenti sindaco!”Il corteo è poi ripartito verso piazza della Repubblica seguito da molti di coloro che poco prima stavano ascoltando slogan e interventi dal lato della strada.In piazza della Repubblica poi la sosta davanti al bar Le Giubbe Rosse anch’esso difeso da due camionette e un cordone di carabinieri. Una sosta breve ma che crediamo abbia fatto arrivare il messaggio alla proprietà che non era nuova al concedere le proprie sale ai neofascisti.
Arrivati in piazza Santa Maria Novella il corteo si è sciolto.
Pensiamo di aver raggiunto l’obiettivo, di aver dato una risposta determinata e compatta all’aggressione del 9 novembre. Abbiamo smascherato e fatto i nomi di chi è parte della catena di complicità che concede spazi di agibilità a Casa Pound: il commercialista Alberto Pizzetti, la Questura, il sindaco Renzi, la proprietà delle Giubbe Rosse.
Una cosa comunque è certa: ai fascisti, di cui non si è visto neanche l’ombra, il messaggio è arrivato forte e chiaro…tira un’aria molto, ma molto brutta…
CHIUDERE I COVI FASCISTI! CHIUDERE CASA POUND!
Firenze Antifascista
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