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Senza camionisti, si affloscia il “9 dicembre”

Un breve comunicato, subito ripreso dai siti del settore, ha tolto al “9 dicembre” la base sociale di riferimento. Gli autotrasportatori, infatti, si chiamano fuori e disdicono ogni mobilitazione per quella data.

Le associazioni che hanno revocato e si sono dissociate dallo sciopero del 9 dicembre 2013.

Le principali sigle sindacali quali Unatras, Unione Nazionale delle Associazioni dell’Autotrasporto Merci, e Anita, Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici dell’autotrasporto hanno revocato lo sciopero del 9 dicembre perché soddisfatti dell’incontro avuto con Lupi.

Le principali sigle sindacali hanno annunciato attraverso un comunicato la revoca dello sciopero del 9 dicembre dopo l’incontro col Ministro dei Trasporti. Anche l’associazione FAI Conftrasporto ha deciso di dissociarsi dallo sciopero dell’autotrasporto del 9 dicembre 2013.

Ai poco esperti di “rivolta sociale”, infatti, sfugge proprio la tradizione “culturale” di questo strato sociale sempre sospeso tra “lavoro dipendente” (per le grandi società di trasporto, tipo Gondrand, ecc), “autosfruttamento” (i “padroncini” proprietari in genere soltanto del mezzo che guidano), e “padroni” in senso stretto. Abituati a fare la voce grossa e minacciare sfracelli per avere quel poco che qualsiasi governo può dare (recupero delle accise sui carburanti, ecc), e quindi tornare rapidamente al proprio posto.

A questo punto restano “mobilitati” soltanto i fascisti. Che nelle ultime ore stavano facendo sforzi di convinzione immani per portare in piazza qualche pezzo della “destra di palazzo”. Uno dei pochi ad abboccare, negli ultimi giorni, era stato un consigliere comunale torinese di Fratelli d’Italia, Maurizio Marrone, ex Fuan, che ha chiesto la sospensione dell’assemblea comunale per solidarizzare con la «manifestazione popolare e spontanea indetta a partire dal 9 dicembre».

Per il resto, silenzio di tomba. L’afflosciamento della scadenza è ora nelle cose, venendo a mancare anche quel poco di “base sociale” – munita di ingombranti mezzi di trasporto – che avrebbe potuto dare una qualche visibilità ai “presìdi” convocati qua e là sul territorio nazionale. Senza camion di traverso, infatti, quasi nulla potrà essere “bloccato”.

Una tragedia anche per i “rosso-bruni”, che avevano puntato su questa scadenza per mettere alla prova la loro “strategia” di assimilazione tra destra fascista e “sinistra”. Anche le provocazioni, in questo inizio di millennio, non sono più quelle di una volta…

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