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Ross@ anche a Parma. Si allarga il fronte

Si è tenuta ieri mattina a Roma l’assemblea nazionale di Ross@, un nuovo soggetto politico che da alcuni mesi sta organizzando le proprie fila.
Il progetto è ambizioso, e verte sulla costruzione di una Sinistra anticapitalista, libertario e di piazza che si faccia promotrice di una Rete per l’Organizzazione Sociale, Solidale e Antifascista (che è poi l’acronimo di Rossa) ma anche anticapitalista, antirazzista, ambientalista e…insomma, quella @ lascia aperti parecchi tavoli di dibattito. Un soggetto che comunque nelle intenzioni dei promotori deve porsi come obiettivo politico di coniugare e riunire le istanze dei movimenti del 18 e 19 ottobre a Roma, di cui occorre fare propri il messaggio esplicito e le istanze rivendicative.
Un inizio cauto, pensato: all’indomani della prima riunione in quel di Bologna, i compagni di Ross@ hanno iniziato un lavoro abbastanza capillare sul territorio, non tanto per “contarsi” quanto per stendere uno statuto formativo che fosse realmente condiviso e sentito. Un errare su e giù per lo stivale che ha toccato anche la nostra città, alcuni giorni addietro. In uno Zerbini pieno al punto giusto, Giorgio Cremaschi assieme a Tiziano Loreti e Carlo Rasmi hanno presentato la nuova piattaforma politica.
“Non ci nascondiamo la difficoltà – ha detto Carlo Rasmi – del far nascere un nuovo soggetto politico della sinistra anticapitalista in questo momento: sono irrisolti parecchi nodi che dovremo fatalmente affrontare. Ed allora perché creare un nuovo partito? Proprio per la connotazione stessa della sinistra, ad oggi frammentata e priva di uno spazio comune entro cui coltivare dei tavoli da condividere. Senza questo spazio ognuno continuerà a portare avanti in modo unilaterale le proprie rivendicazioni”.
C’entra il punto, Rasmi. Sia quando parla di nodi irrisolti, che hanno in passato stroncato per esempio Sinistra Critica, sia quando parla di una necessità di unificazione delle battaglie dei movimenti anticapitalisti. Parole il cui senso pareva parecchio amplificato dalla composizione stessa del pubblico giunto ad ascoltarlo, tutti più o meno suddivisibili per aree di appartenenza.
Molto diretto anche l’intervento di Giorgio Cremaschi, per il quale “rompere con il Sistema significa rompere innanzitutto con il Pd”, che da tutta la Sinistra italiana è percepito oramai come vero garante di Confindustria e Bce.
“Ho sentito – ha detto ad un certo punto Cremaschi – gente definirsi “di Sinistra” e dichiarare di “votare Renzi. Questo ci dice che tutte le vecchie e tradizionali pratiche di quella che in questi anni è stata la sinistra estrema sono fortemente messe in discussione. Il motivo è molto semplice: si sta realizzando una situazione che abbiamo a lungo auspicato, ma che ora che si sta realizzando ci ha completamente spiazzati. Si sta realizzando una crisi di sistema e del sistema e paradossalmente questa crisi ci lascia un po’ smarriti. Di fronte al fatto che quello che sta avvenendo determina il tanto agognato momento di rottura reagiamo in modo confuso. Non siamo però di fronte ad un crollo, ma piuttosto di fronte ad un progetto reazionario che ha contraddizioni, che presenta vari fronti di crisi, ma che viaggia coeso in una direzione ben precisa. Le politiche di austerità dettate dall’Unione Europea e dalla classe politica italiana in concordia con la stessa UE, stanno distruggendo quell’equilibrio sociale che si era faticosamente raggiunto dal dopoguerra ad oggi, e parlo dello stato sociale, dei contratti nazionali, della piena occupazione, per ricreare un sistema capitalistico di tipo ottocentesco. Ma forse a ben pensarci nemmeno ottocentesco, perché quello ottocentesco era un sistema che cresceva, e l’inizio di un percorso: qui abbiamo le regressioni culturali e sociali dell’ottocento senza nemmeno avere la crescita di tecnologia e cultura diffusa. Siamo perciò più vicini al fascismo, come epoca storica”.

Parole decise, che definiscono con precisione un quadro che coinvolge anche la legittimità costituzionale, e che vi invitiamo ad ascoltare nella propria interezza nel video che notate postato qui a sinistra (ovviamente). Una spinta rivoluzionaria ma democratica, ha sottolineato Cremaschi anche ieri a Roma: il pericolo di spinte reazionarie che cavalchino il malcontento diffuso per proporre un governo dei generali (giacché si è sentito anche questo, in questi giorni) è ben presente ai compagni di Ross@. La rivoluzione deve essere democratica nel senso di “demos”, cioè popolare e non populista. Partecipata e nascente dalla coscienza di classe, anche nelle estensioni che l’epoca moderna ha imposto.
Insomma, pare evidente che di fronte allo scenario proposto da questa fase storica, agli occhi dei compagni di Ross@ sia necessaria la creazione di un soggetto politico conflittuale, che affronti a muso duro sia il Pd ed il collateralismo di alcuni partiti satelliti, sia la triplice che su un piano sindacale ha adottato i parametri del “modello Marchionne” (accordo del 31 maggio su tutti). Avversari da considerare parte agente dei problemi, né più né meno. Gli interlocutori, come accennavamo all’inizio, sono ben altri: quei gruppi che hanno portato a Roma una così nutrita schiera di persone nella seconda metà di ottobre. Ce la faranno? Non ne sono sicurissimi nemmeno loro. Di certo c’è però che l’impegno e la militanza di un gruppo di donne e uomini di quella qualità umana e politica serva come l’aria, in un momento storico come quello che stiamo vivendo: benvenuta,

da http://www.rossoparma.com

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