L’Usb ritiene che l’emendamento approvato al Senato, e sostenuto dalla senatrice Linda Lanzillotta, “è un’autentica dichiarazione di guerra contro la città di Roma e va respinto al mittente”, dichiara Guido Lutrario per la Federazione USB di Roma. “Le ricette delle privatizzazioni si sono già dimostrate fallimentari – prosegue Lutrario – sia dal punto di vista dei servizi resi alla cittadinanza che sul piano delle condizioni di lavoro. Le politiche clientelari con le quali è stata in questi anni amministrata la città non possiamo farle pagare due volte alla città, prima come spreco e poi come sanzione”. “È ora invece di rilanciare il ruolo del pubblico nella gestione dei settori di grande interesse collettivo – evidenzia Lutrario – sottraendo spazio ai privati che finora hanno pesato come fattore di corruzione e di accaparramento di risorse che sono per definizione limitate”. “La manifestazione al Colosseo del prossimo 20 dicembre alle 17.00, in difesa del trasporto pubblico, sarà la nostra prima risposta contro questo testardo accanimento nel favorire gli interessi delle aziende. Prima i lavoratori, prima i cittadini, prima i beni comuni – conclude il dirigente USB – queste sono le nostre priorità e per perseguirle occorre sottrarre spazio agli appetiti privati e rimettere l’azione pubblica al centro”.
Sulla grave vicenda dell’emendamento presentato in Senato, forte denuncia anche dei movimenti per l’acqua pubblica. Qui di seguito il comunicato:
Roma non si vende! Ritirare subito l’emendamento Lanzillotta
La prode privatizzatrice, infatti, ha presentato una modifica con la quale vincola i soldi per il Bilancio di Roma alla privatizzazione delle aziende pubbliche e al licenziamento per le aziende in perdita. Neanche nei sogni più reconditi della Thatcher si sarebbe arrivato a tanto.
Questa che è stata votata in commissione, non solo è l’ennesimo tradimento della volontà popolare, ma un vero e proprio atto di guerra al movimento per l’acqua e per i beni comuni.
La scelta di come investire le risorse, come gestire i beni comuni, come intendere le garanzie sociali costituisce la prospettiva futura della nostra città e, in generale, delle nostre vite.
Chi pensa di poter impunemente giocare una partita sporca all’interno dei palazzi del potere, ed imporre le proprie visioni ideologiche, sbaglia di grosso.
Questo riguarda anche l’Amministrazione Capitolina a partire dal Sindaco Marino.
Il nostro obiettivo sarà il ritiro totale dell’emendamento, senza nessuna esclusione.
Il movimento dell’acqua sarà in prima fila per opporsi a questa manovra e lo farà come sempre nelle strade e nelle piazze, con i cittadini e le cittadine, perché è questione di democrazia ed è una questione di futuro.
Lo faremo con i movimenti sociali e i lavoratori e le lavoratrici delle aziende pubbliche, che difendono e rivendicano i diritti che devono essere garantiti per tutti e tutte.
Come lo abbiamo fatto contro Alemanno, lo faremo con determinazione anche in questo caso dicendo: “l’acqua non si vende, l’acqua si difende”.
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