Non si può dire che le indagini siano state velocissime, pur di fronte a fatti che per molto meno – se commessi da qualcuno “di sinistra” – sarebbero stati etichettati fin dal primo momento sotto la categoria “terrorismo”. Per averlo chiaro, pensate voi a cosa sarebbe potuto accadere se – per esempio, i No Tav – fossero stati sorpresi in possesso di un “carro armato”!
Siccome stiamo parlando di leghisti, gente che fino a due anni e mezzo fa stava al governo e ha persino controllato la carica di ministro dell’interno, ci son voluti 17 anni. E poi si lamentano, da destra, della giustizia che va !di corsa”…
I carabinieri del Ros hanno concluso le indagini contro quello che viene definito “un gruppo secessionista” accusato di aver messo in atto “varie iniziative, anche violente”, per ottenere l’indipendenza del Veneto. Nella notte hanno eseguito ventiquattro arresti su ordine della Procura di Brescia.
I reati contestati parlano di “associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico” e “fabbricazione e detenzione di armi da guerra”. Altre 27 persone sono state perquisite e risulterebbero indagate.
Tra gli episodi contestati c’è anche la “costruzione di un carro armato da utilizzare per compiere un’azione eclatante a Venezia, in piazza San Marco”, come quella del 1997. Il mezzo – un volgare trattore “blindato” artigianalmente – è stato sequestrato. Ma era stato armato con un cannoncino da 12 millimetri, che dalle descrizioni non sembra però esser stato in grado di funzionare granché, anche se l’accusa parla di “prove di fuoco”.
Tra gli indagati figurano l’ex deputato e fondatore della “Liga Veneta”, Franco Rocchetta e un “leader del movimento dei Forconi”. Rocchetta, addirittura sottosegretario di Stato agli Affari esteri tra il 1994 e il 1995, figura anche tra i promotori del referendum falocco sull'”indipendenza del Veneto”, che nei giorni scorsi tanto aveva movimento le redazioni dei giornali. I “due milioni di votanti” – in realtà poche decine di migliaia, con molti voti fatti pervenire da aggregatori posizionati in altri continenti – avevano fatto arricciare molte fronti pensose.
Tra gli indagati figurerebbero diversi esponenti dei Serenissimi (Luigi Faccia, Flavio Contin) e il presidente (Lucio Chiavegato) e la segretaria della Life, l’associazione che avrebbe avuto un ruolo particolarmente attivo nel periodo di contestazione dei cosiddetti “forconi” dell’8 dicembre scorso.
Tra la barzelletta e il rischio, tra la fanfaronata e la coltellata, il passo può essere più o meno breve. Staremo a vedere se era stato compiuto davvero o se si maramaldeggia su un gruppazzo di fuori di testa con la coazione a ripetere.
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