Renzi ha scelto una intervista al quotidiano dei mercati finanziari mondiali, il Financial Times, per indicare la propria tabella di marcia nei prossimi mesi. Il premier nell’intervista si dice convinto di poter portare “l’Italia fuori dalla crisi”. “Ho intenzione di consegnare questo paese in ordine a chi verrà dopo di me. Il tempo dimostrerà se questa è arroganza o coraggio. Da parte mia non ho intenzione di indietreggiare e andrò avanti”. “Stiamo per portare questo paese fuori dalla crisi, l’Italia ha un grande futuro, le finanze italiane sono sotto controllo, noi continueremo ad abbassare le tasse, faremo le cose rivoluzionarie”, ma – excusatio non petita – Renzi ha sentito l’esigenza di precisare che “non c’è bisogno di essere dittatori per riuscire a fare le cose velocemente “.
Renzi, che ha appena vinto la prima approvazione del Parlamento sulla “controriforma del Senato” – ritenuta in assoluto la più importante perchè era la più difficile che riduce i senatori da 320 a 100 – sottolinea il Financial Times – ha difeso la sua decisione di dare priorità alla fine del sistema bicamerale in Italia e di passare adesso sulla riforma del lavoro e ai tagli fiscali.
In una giornata in cui compagnia di bandiera Alitalia ha firmato un accordo con Eihad, Renzi ha aggiunto che “sta spalancando le porte d’Italia per gli investitori stranieri e ha citato imminenti investimenti da parte di cinesi, indiani e gli investitori statunitensi in asset italiani” riporta il FT.
Ma i mass media italiani hanno scelto di dare rilievo particolare solo ad un passaggio dell’intervista, quando Renzi afferma “Sono d’accordo con Draghi quando dice che l’Italia ha bisogno di fare le riforme, ma come le faremo lo deciderò io, non la Troika, non la Bce, non la Commissione Europea. Farò io stesso le riforme perché l’Italia non ha bisogno di altri che spieghino cosa fare” ha detto Renzi al Financial Times. In effetti instaurando un regime che applica i diktat della Troika potrebbe non esserci bisogno di un nuovo intervento a gamba tesa della Troika europea stessa, come quello che nel 2011 mise fuori gioco Berlusconi. Certo se proprio Renzi gli consente di rientrare in gioco con un ruolo da titolare…. tutto può essere. Incluso che Draghi ce l’avesse proprio con l’avventurismo di Renzi. Difficile dire se questa intervista al Financial Times complicherà o semplificherà il futuro politico dell’attuale premier. Una volta fatto il lavoro sporco di solito si viene buttati nel dimenticatoio.
Il servizio del Financial Times (in inglese)
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