Giovedì 24 luglio il Consiglio comunale di Parma ha approvato un ordine del giorno di condanna alle posizioni israeliane rispetto all’aggressione di Gaza, l’occupazione della Cisgiordania e il regime di apartheid che viene imposto ai palestinesi residenti nei territori del 1948.
L’ordine del giorno, approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale, denuncia, oltre alla carneficina di Gaza, il “normale” stato di occupazione militare, e la collaborazione ( si legga complicità) tra il Governo italiano e quello sionista, fatto di scambi commerciali, vendita di armi e sostegno politico.
Il voto è stato decisamente influenzato dalla presenza rumorosa e decisa di molti militanti filopalestinesi, che per tutto il pomeriggio hanno spiegato le loro ragioni e durante la discussione hanno premuto sui consiglieri, innalzando bandiere e cartelli.
Inoltre nella stessa giornata è avvenuto un incontro tra alcuni consiglieri ed una delegazione della Comunità Palestinese e del Gruppo d’Azione per la Palestina, al termine della quale l’amministrazione si è impegnata a issare la bandiera palestinese sul Ponte delle Nazioni, luogo molto noto in città sia per la sua posizione che per il portato simbolico che lo accompagna.
La condanna di Israele, primo caso in Italia, è avvenuta nel contesto di un Consiglio Comunale a maggioranza Cinque Stelle, e in una città in cui il movimento filo-palestinese ha dimostrato nel tempo la sua costanza e determinazione nel lottare contro lo stato sionista e le sue politiche razziste e guerrafondaie.
Senza il susseguirsi di presidi, incontri, azioni di boicottaggio e manifestazioni non ci sarebbe stata la pressione necessaria per arrivare a questa situazione, in cui l’amministrazione cittadina si è espressa in termini netti a favore del popolo palestinese, oppresso da un occupazione militare che dura da 66 anni e da cicliche aggressioni e carneficine.
Il risultato ottenuto nella giornata del 24 luglio è un buon risultato, che evidenzia come l’unione delle forze filo palestinesi può far raggiungere risultati interessanti, facendo sbilanciare ufficialmente i rappresentanti locali, partendo da livelli simbolici o d’intenti, per arrivare, in passi successivi, ad altre misure più concrete, come la cessazioni di eventuali collaborazioni tra istituzioni locali e lo stato sionista.
Nel momento in cui scriviamo la bandiera palestinese non è ancora stata issata sul Ponte delle Nazioni, nonostante le ripetute sollecitazioni al comune di Parma; occorre dunque rimanere attenti, e non fare mancare la giusta pressione su chi di dovere, per vedere finalmente sventolare la bandiera di un popolo che non si arrende di fronte all’occupazione e al razzismo.
Nonostante si tratti di un atto simbolico, che di certo non ferma la macchina d’occupazione sionista, l’entusiasmo con cui questa notizia è stata accolta dalla Comunità Palestinese di Parma e dai compagni che resistono in Palestina è un chiaro segnale che è una vittoria importante, che va oltre il momento emergenziale della carneficina di Gaza e la “questione umanitaria”.
Infatti anche quando le bombe non pioveranno più su Gaza, e l’attenzione del mondo intero piano piano scemerà, l’occupazione e il cancro sionista continueranno, così come continuerà la giusta resistenza del popolo palestinese, che dovrà essere sostenuta come in questi giorni ed anche di più, fino all’ultima pietra, fino all’ultimo ulivo, fino alla vittoria.
Continuiamo dunque a fare pressione sui nostri amministratori, per portare avanti iniziative di condanna, boicottaggio e sanzioni contro lo stato sionista, per terminare ogni eventuale collaborazione col governo razzista di Tel Aviv, per chiedere l’espulsione dell’ambasciatore israeliano in Italia, per isolare lo stato sionista e contribuire così dai nostri territori alla resistenza del popolo palestinese.
Con la Palestina nel cuore.
Fonte: http://www.noisaremotutto.org/
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