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Bologna. Schultz, Renzi, Mogherini alla festa dell’Unità. Uno spettacolo di guerra e miseria

Schulz, Mogherini, Renzi a Bologna. Alla festa nazionale del PD la politica spettacolo di un regime che produce guerra e miserie. In questo fine settimana saranno presenti a Bologna, Schulz, Mogherini e lo stesso Renzi: possiamo facilmente immaginare che andrà in scena quella politica spettacolo che alza una cortina fumogena sulle reali politiche di guerra e di massacro sociale che vengono portate avanti dalla UE e dal Governo italiano.
L’Unione Europea sta conducendo una politica estera che fomenta crisi e scenari di guerra sempre più concreti, questo è il caso tragico e pericoloso dell’Ucraina con il sostegno al governo golpista e nazista. La stessa neoministra degli esteri per la UE, la Mogherini, si sta rendendo responsabile
di uno scontro crescente con la Russia che sta passando dal piano politico ed economico a quello militare.
E’ già un fatto che i confini della “fortezza europa” sono circondati da conflitti e guerre, dall’Africa al Medio Oriente fino all’est Europa, mentre sono migliaia gli immigrati e i profughi che continuano a morire cercando scampo a morte e miseria.
Una situazione e una prospettiva che dobbiamo rifiutare e contrastare con radicalità così come stiamo cercando di opporci ad un Governo Renzi che a partire dal semestre di presidenza della UE vuole procedere senza intralci nell’applicazione delle peggiori politiche liberiste e antipopolari: dal Job Act alle privatizzazioni, passando dalle controriforme costituzionali alla negazione dei diritti sociali e alla repressione di tutte le realtà politiche, sociali e sindacali che non si uniformano ai diktat dell’Unione Europea.
Non abbiamo bisogno dei prossimi mille giorni per giudicare l’operato di questo Governo, e di un partito regime come il PD, come non abbiamo bisogno delle parole di Schulz che come presidente del parlamento della UE contribuisce da anni a politiche continentali di massacro sociale, dando una parvenza di democrazia a ciò che non ha nulla di democratico, protagonista in patria di quel “modello tedesco” fatto di precarietà e sfruttamento che ora vogliono imporci.
Abbiamo invece bisogno di costruire quella risposta di classe, quella mobilitazione permanente che abbiamo chiamato “controsemestre popolare”, che sappia rispondere con forza alle loro chiacchiere, che sappia rispondere al loro mondo fatto di guerre e miserie.

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