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Agrigento. Gli staccano l’acqua, anziano muore d’infarto. Una “vergogna di sistema”

Un anziano di 68 anni, Salvatore Tafuro, è morto d’infarto mentre gli operai della società “Girgenti Acque spa” che gli stavano staccando l’acqua. E’ accaduto a Lucca Sicula, un paese dell’entroterra di Agrigento. Il pensionato di 68 anni, durante una esasperata discussione con i due dipendenti che si erano presentati nella sua abitazione, in via Mazzini, per il distacco del contatore, ha accusato un malore accasciandosi a terra. Salvatore Tafuri era un “utente moroso”, aveva chiesto una rateizzazione della bolletta dell’acqua alla società e a causa delle difficoltà economiche non sarebbe riuscito a pagare l’ultima rata di ottobre pari a circa 150 euro. Così quando i due dipendenti si sono presentati a casa sua ha chiesto loro di non staccare la fornitura d’acqua assicurando che avrebbe saldato il proprio debito a novembre. Ne sarebbe nato un diverbio con gli addetti della società idrica e il pensionato, che soffriva di cuore, è stato colto da infarto.

Apprendiamo dal sito della società che: “La Girgenti Acque S.p.A. è il gestore del Servizio Idrico Integrato dei Comuni della Provincia di Agrigento, in forza della convenzione stipulata in data 27 novembre 2007 con l’Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale 9 – Agrigento  (A.T.O.  AG9). La Società svolge la propria attività lungo l’intera catena del ciclo idrico, svolgendo i servizi di captazione, adduzione, distribuzione idrica, fognatura e depurazione dei reflui sull’intera Provincia di Agrigento. Le attività di gestione del Servizio Idrico Integrato riguardano le reti (acquedotti e fognature) e gli impianti (potabilizzatori, depuratori, sollevamenti idrici e fognari) dei 43 Comuni della Provincia di Agrigento. La Società ha sede legale ad Aragona, in Via Miniera Pozzo Nuovo n.1 La sede operativa è sita in Aragona, Viale Mediterraneo s.n. – Zona Industriale di Agrigento”. Su quanto accaduto la società ha emesso una nota che afferma: “La Girgenti Acque s.p.a. esprime il proprio rammarico e dispiacere per l’accaduto e chiede di evitare strumentalizzazioni e polemiche nel rispetto del dolore della famiglia del Sig. Salvatore Tofuro. Evitando di entrare nel merito dell’episodio di Lucca Sicula sul quale sono state diffuse notizie imprecise”. L’azienda rivendica di aver agito nel quadro delle leggi vigenti e delle regole previste. E infatti il problema è proprio questo.

Che qualcosa non quadri nella gestione del ciclo dell’acqua da parte della società Girgenti Acque Spa lo conferma anche la clamorosa protesta dei sindaci dei paesi del comprensorio. Ad agosto alcuni sindaci agrigentini contro Girgenti acque si sono incatenati sotto la sede della Regione a Palermo per dire “basta alla gestione privata del servizio idrico”. Si tratta dei sindaci dei 27 Comuni dell’Agrigentino che nel 2008 hanno consegnato le condotte alla Girgenti acque S.p.A., ma che adesso definiscono fallito il sistema di gestione privata.

Quello di Salvatore Tafuri è un episodio isolato? Una eccezione? Niente affatto. Ormai sono ripetuti i casi in cui anziani soli o in coppia non riescono a stare dietro agli aumenti delle tariffe dei servizi né ai continui cambiamenti delle normative (sulle imposte locali, i controlli delle caldaie, i servizi etc.), quelle “regole vigenti” che prevedono poi sanzioni pesanti per chi magari si è perso un dettaglio, una ricevuta, un foglio. Sanzioni di decine di euro che colpiscono spesso pensioni di poche centinaia di euro, dunque una enormità fatte le debite proporzioni. Ormai gran parte degli enti pubblici hanno messo i servizi – e dunque sanzioni e distacchi – nelle mani di società per azioni – private, pubbliche o semipubbliche poco importa – che agiscono con una logica privatistica e non vanno per il sottile. A poco serve dimostrare situazioni di indigenza o difficoltà di milioni di anziani o persone sole. Anzi, i dirigenti che riescono a far crescere il volume delle sanzioni inferte e delle riscossioni, si vedono premiati con i bonus obiettivo per migliaia di euro. E’ un sistema marcio, marcio fino alle fondamenta, che non può che essere rovesciato per essere riscritto da capo, a cominciare dallo stop ad ogni privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici e alla immediata ripubblicizzazione di quelli privatizzati. L’indignazione per la morte di Salvatore Tafuri dovrebbe avere la stessa forza di quella che seguì il decesso di Mohammed Bouazizi e che avviò le proteste della primavera tunisina verso una in/giustizia divenuta insopportabile.

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