Ovunque vada, il leader leghista Matteo Salvini va incontro a contestazioni. Il suo messaggio razzista non è ben accetto, da sempre. Ma il fatto che si circondi di camerati di Casa Pound e di altri gruppi apertamente fascisti ha ovviamente aumentato la determinazione di centri sociali, associazioni antirazziste e comuni cittadini che non tollerano i suoi tour provocatori in vista delle elezioni regionali del 23 novembre.
Dopo Bologna e Imola, l’ultima calorosa accoglienza riservata al segretario della Lega risale a ieri, quando intorno alle 20 Salvini è arrivato in Piazza Garibaldi a Parma già fortemente blindata dalle forze dell’ordine ma presidiata da un centinaio di attivisti antirazzisti e antifascisti. Il leader dell’estrema destra in salsa verde in realtà ha fatto poco più che un saluto a un ristretto numero di dirigenti e simpatizzanti locali, accompagnato dal candidato presidente della coalizione di destra in Emilia Romagna, Alan Fabbri. Poche battute e poi via, scortato da un ingente dispositivo di sicurezza mentre a poche decine di metri gli ‘antagonisti’ gridavano slogan, esponevano striscioni (il principale recitava ‘Fuori i razzisti da Parma’)e accendevano fumogeni colorati, tenuti a distanza da polizia e carabinieri. Che a quanto raccontano i giornali locali non sono comunque riusciti a evitare del tutto il contatto fisico tra leghisti e contestatori, limitatosi ad un duro scambio di accuse e a qualche spintone senza conseguenze.
“È intollerabile che si debba organizzare un incontro politico con l’impiego di centinaia di poliziotti – ha detto ai giornalisti prima di salire sul palco il segretario della Lega Nord -. Invece di andare a lavorare o studiare sono qui a protestare non si sa cosa con un inutile spreco di risorse pubbliche per un dispiegamento di forze incredibile. Se questo è un regime democratico…”.
In effetti il dispiegamento di forze dell’ordine che accompagna e protegge l’europarlamentare xenofobo è uno spreco intollerabile di risorse pubbliche.
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