Una bella serata e la messa sul piatto dei risultati e degli obiettivi. La prima festa di Contropiano a Roma, è stata lusinghiera per il rapporto tra il giornale, i suoi lettori e la sfida che il mondo di sotto non può che ingaggiare contro i mondi di mezzo e di sopra.
Affollato l’incontro con la redazione, ancora di più, come di consueto nelle “tradizioni” della Capitale, la cena sociale a sottoscrizione e il concerto dello straordinario Ponentino Trio, hanno scandito la serata a Casale Falchetti che ha ospitato la festa di Contropiano.
Un primo appuntamento a Roma, anticipato da una riuscita serata ad Aversa alcune settimane fa, per mettere in comunicazione la redazione del giornale e le compagne e i compagni che ormai lo seguono e che crescono esponenzialmente. In altre città sono in cantiere feste e iniziative simili nei prossimi mesi a sostegno di Contropiano.
La redazione snocciola i dati sulle visite al giornale: 500mila nel 2011 quando è iniziata l’esperienza del quotidiano online, un milione nel 2012, due milioni nel 2013, siamo a 2.870mila a fine novembre 2014 e quindi si supereranno i tre milioni a fine anno. Un trend crescente, si direbbe in gergo aziendale, a conferma che la scelta della comunicazione online è stata saggia e lungimirante proprio mentre carta stampata e televisione cominciano a declinare. Soprattutto uno strumento adeguato a lettori più giovani che ormai per il 70% ricavano o soddisfano il proprio bisogno di informazione sulla rete e non sugli strumenti tradizionali.
Ma Contropiano non è un giornale o un blog qualsiasi. Quel suo dichiararsi giornale comunista online già nella testata non consente infingimenti. Chi lo apre, lo legge o ne fa circolare i contenuti sa di quale materiale si tratta, la scelta dell’antagonismo di classe è netta e nitida. Per anni in molti ci hanno ripetuto che una identità forte era un ostacolo alla diffusione o alla socializzazione, ma i fatti dimostrano il contrario. Dichiararsi non danneggia la credibilità di un giornale. Contropiano è il giornale della Rete dei Comunisti che da cartaceo (dal 1993 al 2011) è diventato un quotidiano online mantenendo la pubblicazione trimestrale e monografica della rivista (l’ultimo numero in distribuzione è quello dedicato alla guerra, quella di cento anni fa e quella che incombe oggi).
E’ proprio grazie a un’identità politica e a una linea editoriale ben definite che si sono moltiplicate in questi anni le collaborazioni da parte di giornalisti e di attivisti che non necessariamente si riconoscono nella RdC ma che ne condividono il progetto sul fronte dello sviluppo di un’informazione critica, conflittuale e indipendente necessaria per fornire strumenti di denuncia e di controtendenza.
Durante l’incontro la redazione sottolinea come la crescita di diffusione e credibilità del giornale abbia attirato anche attenzioni più malevole. Al giornale in un solo mese sono arrivate tre denunce per articoli pubblicati, una di queste è del dott. Caselli ex procuratore capo di Torino. Sulle altre, le nebbiose procedure giudiziarie ancora non rendono chiaro di cosa si tratti, anche se la convocazione della Digos ai redattori lascia intendere che non si tratti solo di querele a mezzo stampa. In compenso il primo querelante nei confronti del giornale – l’ex presidente della Cassa Ragionieri – che ci avevo accusato di averlo diffamato chiedendoci un risarcimento milionario… è stato arrestato poco tempo fa per una tangente di 456mila euro.
Contropiano infine ha il problema del suo autofinanziamento. Non fa pubblicità, non è una società e si finanzia solo con le donazioni che arrivano o con cene di sottoscrizione come quelle di Roma o Aversa. Ciò significa che per ora non ci sono i mezzi per i rimborsi ai collaboratori più giovani e che chi ci lavora può contare solo sulla propria scelta soggettiva come condizione, una condizione più simile alla “militanza” che alla professione giornalistica. La militanza dell’informazione, come è stata sintetizzata in una formula da uno dei collaboratori.
Abbiamo fatto molto in questi quattro anni eppure ci rendiamo conto che siamo solo all’inizio e che le possibilità e le esigenze sono ancora un ostacolo al di là del quale lanciare continuamente il cuore.
L’acutizzazione del conflitto di classe nel nostro paese e a livello internazionale fanno sì che lo spazio per la comunicazione antagonista sia oggettivo, e che un giornale su questa lunghezza d’onda trovi nella realtà quotidiana innumerevoli ragioni di esistenza e di resistenza. Noi diciamo sempre che vogliamo fare un giornale “utile” a chi è impegnato nel conflitto sociale, sindacale, politico e ideologico, perché anche la lotta sul fronte delle idee torna ad essere decisiva.
Le foto sono di Patrizia Cortellessa
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