L’inchiesta su Mafia Capitale aggiunge ogni giorno il suo pezzo di fango sull’amministrazione capitolina sia sul piano politico che amministrativo. La facilità del sistema di corruzione – che ha reso non necessarie le forme coercitive classiche dei sistemi mafiosi più noti – non rende meno grave il quadro che emerge dalle indagini. E’ accettabile in tale contesto la “foglia di fico” del sindaco Marino come soggetto altro ed estraneo al sistema che agiva ben dentro anche la sua amministrazione? Un no a tutto tondo è venuto da Ross@, che ieri a Roma ha convocato un primo incontro cittadino proprio a partire dalla richiesta di scioglimento del consiglio comunale e di repulisti nell’apparato amministrativo del Comune.
L’incontro ha visto una relazione di Piero Adami (associazione giuristi democratici) che si è concentrato però sull’aspetto giudiziario, commentando l’ordinanza dell’inchiesta sul Mondo di mezzo. Adami ha evidenziato come il ricorso all’accusa di mafia – ricorrendo al 416 bis – sia stata utilizzata per avere maggiori strumenti investigativi a disposizione, tempi di prescrizione e di carcerazione preventiva più lunghi. Ma, il volume del malaffare e il settore parziale fin qui individuato – quello delle cooperative sociali – non sarebbero tali da conformare l’associazione mafiosa. Ciò non toglie che il sistema mafioso nella Capitale abbia potuto risparmiarsi l’elemento coercitivo e violento perchè…. non ne ha avuto bisogno.
Ross@ sia nell’introduzione di Mauro Luongo che nell’intervento di Sergio Cararo, è partita invece da un presupposto diverso: quello indicato fin qui nell’ordinanza della magistratura è poca roba rispetto all’ipotesi di una associazione mafiosa che ha gestito le scelte dell’amministrazione comunale, quindi tale ipotesi, per stare in piedi, deve portare alla luce la “ciccia” del sistema operante nelle priorità della Capitale: dal piano regolatore ai Punti Verdi Qualità, dai Piani di Zona al boom delle case da gioco, per non parlare del business dei rifiuti. Infine il ruolo dei fascisti e delle loro strettissime connessioni con la malavita e la criminalità organizzata, denunciato e documentato ampiamente in questi anni, stenta ancora ad essere colto nella sua pienezza e pericolosità.
Che fare dunque di fronte agli sviluppi di una inchiesta per mafia nella Capitale che ha squassato il mondo politico? Per Ross@ la scelta non può che essere quella della rottura con i riti e i meccanismi di funzionamento del “Mondo di mezzo” e della piena indipendenza politica di ogni ipotesi alternativa. Per questo occorre partire dalla richiesta di scioglimento del consiglio comunale e dalla individuazione dei progetti pesanti del “Mondo di sopra” su Roma Capitale, progetti che non hanno più bisogno degli inquietanti intermediari portati alla luce dall’inchiesta della magistratura.
Le posizioni su questa proposta di azzeramento del consiglio comunale oscillano tra le perplessità espresse nell’intervento di un lavoratore di una cooperativa sociale ma già emerse nei giorni scorsi anche in alcuni ambiti “di movimento”, alla condivisione venuta da Barbera (Prc) e riaffermata da Franco Russo (Ross@). Russo ha sottolineato come la zona grigia del cosiddetto “privato sociale” contenesse in sè la piaga rivelata dall’inchiesta, quando il pubblico dismette la gestione dei servizi tramite le esternalizzazionie le privatizzazioni, si spiana la strada a gruppi privi di scrupoli e di controllo. Altri interventi (Vittoria del comitato di quartiere di Tor Bella Monaca) hanno messo il dito nella piaga proprio sul funzionamento degli appalti riservati alle cooperative sociali e sulla connessione tra cementificazione e mafia tematizzata da una manifestazione dei comitati di Roma Sud (che ha anche bloccato la via Ardeatina) in corso contemporaneamente con l’assemblea. Il giornalista Enrico Campofreda ha poi sottolineato quanto emerso in alcune inchieste passate sul mondo delle cooperative sociali ma anche sulla natura voluta dei disservizi nella Capitale. Mentre si teneva l’incontro era in corso anche un’altra assemblea popolare nel quartiere di Tor Sapienza dalla quale sono emerse proposte di mobilitazione “riunificanti” per la periferia e delle quali si era discusso anche in due incontri precedenti con le realtà territoriali che Ross@ aveva promosso proprio per rispondere all’emegenza che veniva dalle periferie “incattivite”. L’arrivo dell’inchiesta sul Mondo di mezzo, ha poi inevitabilmente “politicizzato” la contraddizione ed è a questa altezza dei problemi che occorre cominciare a dare delle risposte. Si tratta però di procedere dialetticamente con la ripresa di presenza e intervento nel territorio, sia per impedire ai fascio/leghisti di inserirvisi, sia per evitare che lo scontro sul piano della politica riproduca un policitismo che si è rivelato subalterno al mondo di mezzo e inefficace nell’affrontare il nemico principale: il Mondo di sopra.
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