Quando i regimi traballano, o vogliono eliminare qualsiasi ostacolo, gonfiano a dismisura qualsiasi episodio. E qualche volta lo creano di proposito. La storia d’Italia – prima e dopo Piazza Fontana – è zeppa di esempi simili. A volte è possibile identificare con chiarezza fin da subito “la matrice” di un determinato episodio, altre volte occorrono anni e un lavoro serissimo per arrivare allo stesso risultato. Di alcune cose si sospetterà per sempre, senza alcuna certezza (ed esiste anche un mercato dei sospetti, o “misteri”, cui appozzano mestatori di ogni risma).
Il fatto di oggi nella nota dell’Ansa.
Un incendio doloso ha mandato in tilt la stazione di Bologna. La circolazione ferroviaria in transito per il nodo di Bologna è rimasta interrotta, e registra tuttora forti rallentamenti, a causa di un incendio doloso che ha interessato il sistema di gestione e controllo del traffico.
Un “incendio doloso” è riconoscibile dalla presenza di materiale incendiario non appartenente al contesto (benzina, sembra, in questo caso). Ma non permette, specie “a caldo”, alcuna interpretazione certa sulla “matrice”. Ciò nonostante per l’agenzia di informazione para-governativa
Nessun dubbio sull’origine dolosa delle fiamme, su cui indagano Polizia ferroviaria e scientifica e Digos. Per il ministro Lupi si è trattato di “un nuovo atto terroristico con la Tav” ma – ha aggiunto – “non ci fermeranno nella strada di innovare e cambiare l’Italia“.
Quando un ministro dice certe cose i casi sono due: o sa perfettamente chi è stato oppure tira a indovinare, cercando di piegare gli eventi al suo scopo.
Perfino Matteo Renzi, consapevole che sarà imputabile politicamente a lui ogni fesseria pronunciata da dentro l’esecutivo, appare decisamente più cauto:
“Voglio rassicurare tutti gli italiani: non torniamo a rievocare parole del passato, è in atto un’operazione di sabotaggio e verifichiamo quanto accaduto”. “Stiamo monitorando la situazione: era accaduto qualcosa di analogo anche se meno impattante nei giorni scorsi in altre città”.
Su cosa si basa l’attribuzione dell’incendio a “terroristi no tav” (senza maiuscole, perché il movimento No Tav è una cosa seria)? Leggiamo ancora dall’Ansa:
Su un muretto vicino alla massicciata ferroviaria della stazione di Santa Viola a Bologna sono state trovate due scritte vergate con bombolette spray di contenuto ‘No Tav’. Le scritte, a quanto si apprende, sembrano recenti. Sono poi stati trovati vari fiammiferi e parti degli stracci utilizzati per l’accensione del rogo che ha interrotto la circolazione ferroviaria. Il procuratore capo di Bologna, Roberto Alfonso, sta seguendo personalmente la prima fase delle indagini.
“Alcune scritte contro la Tav”. Su quasi tutti i muri d’Italia ci sono scritte simili, specie lungo il tracciato ferroviario (si tratti o no di linee ad alta velocità). Ogni eventuale focaraccio nei loro pressi andrà addebitato ai No Tav? Non c’è nessuno sufficientemente scemo da crederci.
“Le scritte, a quanto si apprende, sembrano recenti”. Particolare che vorrebbe essere significativo per l’attribuzione “terroristica”, ma che non ha quasi alcun significato. Se fosse vero, infatti, il senso sarebbe uno solo: chi ha appiccato il fuoco voleva che fossero “corresponsabilizzati” i No Tav. Più una provocazione, anche al primo sguardo, che non una “rivendicazione attendibile”. Basta aver fatto la prima elementare per scrivere sui muri cinque caratteri alfabetici in fila. La platea dei possibili colpevoli, insomma, è alquanto vasta…
I ministri dovrebbero sempre contare fino a dieci, prima di parlare. Perché ogni loro parola è un fatto politico, in certi casi di impatto devastante, molto più di un incendio notturno lungo i binari. A meno che proprio questo non sia il loro intento, in continuità con i governi democristiani del dopoguerra. Quelli delle stragi sui treni…
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walter
lupi. summa di cielle+berlusconi+renzi. che altro aspettarsi da lui, è solo la marionetta di cotanti ventriloquî…