La Lega guidata da Salvini, il secondo dei Matteo che stanno avvelenando questo paese, è stata candidata dal sistema dei mass media e dal teatrino della politica a rappresentare l’opposizione speculare e funzionale al governo Renzi e al Pd. Come è noto, molto spesso si cresce e ci di definisce “in negativo” rispetto ad un altro soggetto. Quindi per rendere credibile come ipotesi meno peggiore possibile il progetto del Pd, occorre ricreare quello spauracchio simmetrico rappresentato per venti anni da Berlusconi, oggi però ridotto troppo male per poterlo rappresentare ancora. Nasce da questo la costruzione mediatica di Salvini e del nuovo corso della Lega. Di fronte ad un movimento reazionario, xenofobo, ‘gnorante, in crescita, cosa c’è di meglio del vecchio “meno peggio”?
La marcia trionfale del giovane Matteo padano, esattamente come aveva fatto Berlusconi, sta imbarcando nugoli di fascisti che vedono una nuova sponda politica nella Lega, non più espressione di una identità etnocentrica ma movimento nazionale. A tenerli insieme è una apparente schizofrenia: entrambi tuonano contro l’euro, le banche, i poteri forti ma quando agiscono o manifestano non lo fanno mai davanti alle banche ma solo contro i poveracci, immigrati, rom, senza dimora etc.
Il cemento fascio/leghista adesso è rappresentato dalla lotta contro “l’invasione” degli immigrati sui barconi. Come se gli esattori di Equitalia si fossero imbarcati in Libia per sbarcare a Lampedusa, o se gli strozzini in giacca e cravatta tenessero ufficio in un centro di accoglienza invece che in asettici open space delle vie più commerciali delle città, padane e non. Oppure che i sofisticati miliziani dell’Isis possano arrivare mezzi morti di fame, di sete e di malattie sulle carrette del mare. Insomma, per i fascio/leghisti siccome Bruxelles e Francoforte o lo Stato Islamico sono lontani e sono ossi duri, meniamo a quelli più a portata di mano e che, essendo troppo diversi, fanno sentire più “comunità di popolo” quelli che si sentono simili.
Questo arsenale antropologico, al quale stanno facilitando la strada, sta cercando di diventare opzione politica nazionale e, per quanto abbia le sue radici e i suoi barbecue in Padania, non può che cercare di penetrare e passare per Roma, la Capitale politica del paese. Una Roma disprezzata come ladrona, infame, corrotta e indolente ma che oggi è diventata il loro oggetto del desiderio.
Sabato 28 febbraio i fascio/leghisti vogliono marciare su Roma con un appuntamento nazionale. Hanno scelto una piazza impegnativa da riempire come Piazza del Popolo dove gomito a gomito manifesteranno teste rasate ed elmi cornuti, camice con tutte le sfumature di nero e di verde, neofiti meridionali smemorati degli insulti fino a ieri ricevuti.
Ma questa resistibile marcia leghista potrebbe trovare sulla sua strada gelata, se non proprio Stalingrado, un ostacolo non previsto: la dignità antifascista di una città come Roma che intende mobilitarsi contro la calata dei Salvini boys e dei fascisti nella capitale. Non certo per fare un favore al gioco di Renzi, che auspica la nascita di un nuovo spauracchio da agitare davanti ai moderati e alle anime belle della sinistra per tenerli tutti stretti intorno a se, ma per contrastare da subito i vagiti di un movimento reazionario di massa.
Su questo è stata convocata una assemblea cittadina all’’università giovedi 5 febbraio e lanciato un appello che riproduciamo qui sotto.
#MaiConSalvini
ROMA NON TI VUOLE!
Sabato 28 Febbraio la Lega Nord ha annunciato una manifestazione nazionale a Roma.
Dopo aver governato il paese per anni, imponendo sacrifici economici e attaccando i diritti di tutti, il partito di Salvini sta cercando di proporsi come soggetto politico nazionale, candidato a guidare l’opposizione al governo Renzi. Attraverso un discorso apertamente nazionalista e razzista, la Lega cerca di guadagnare voti anche in quei territori che ha da sempre insultato e di spostare il dibattito politico dalle questioni sociali (come il diritto alla casa, i diritti dei lavoratori e la redistribuzione della ricchezza) a quelle identitarie e securitarie.
In quest’ottica si inserisce anche l’alleanza con CasaPound, che dietro la maschera dei “fascisti del terzo millennio” continua ad utilizzare le tradizionali forme di violenza contro tutti coloro che ritiene “diversi” per orientamento politico, gusti sessuali o provenienza geografica. Tra i tanti episodi accaduti di recente, citiamo soltanto il più grave: l’assalto di 60 neofascisti armati di spranghe contro il Centro Sociale Dordoni di Cremona, che è quasi costato quasi la vita ad un compagno, Emilio, che versa ancora in condizioni gravissime.
Pensiamo che Roma non possa essere utilizzata come una passerella elettorale da personaggi che nel corso degli anni l’hanno continuamente denigrata, definendola “ladrona” e o anche peggio. A tal proposito, il nostro impegno deve essere quello di dare vita ad un processo partecipativo che sia al contempo capace di far vivere il rifiuto e la netta opposizione che la nostra città deve dimostrare in questa occasione. Salvini ed i suoi epigoni, siano essi ripuliti dagli scandali politici o da altre nefandezze di cui si sono macchiati lontani dai riflettori, non devono sfilare nel centro di Roma.
Per discutere dei contenuti e delle forme con cui costruire questa opposizione collettiva, per avviare una campagna aperta e inclusiva di tutti coloro che rifiutano con determinazione e senza mezzi termini la Lega Nord, invitiamo tutte e tutti ad un’assemblea pubblica che si terrà giovedì 5 febbraio alle ore 17.00 presso la facoltà di Lettere de La Sapienza.
#RomaNonSiLega
#MaiConSalvini
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