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Il mistero del Faraone

Tra i tanti misteri della politica italiana – non equivocate, non c’entrano nulla gli anni ’70 – ce ne sono alcuni che risultano meno spiegabili degli altri. Perlomeno se si prende per buona l’idea governativo-confindustriale per cui dovrebbe essere scelto soltanto chi ha un “merito” riconoscibile, competenze accertate, ecc.

Ci è capitato di chiederci in base a quali meriti siano diventate ministri una normale diplomata come Beatrice Lorenzin (alla Sanità, dove si decide se e quanto poco possiamo essere curati) o la sempre sorridente Maria Elena Boschi, laureata, sì, ma in diritto commerciale e stranamente incaricata di coordinare le riforme costituzionali (in senso commericale, sembra di capire).

Un terzo mistero glorioso è quello che circonda la carriera di Davide Faraone, viceministro dell’istruzione nominato in occasione del mini-rimpasto che ha portato Gentiloni agli Esteri al posto della Mogherini, promossa Lady Pesc.

Il mistero è l’attribuzione della delega all’istruzione, in effetti. Il quotidiano Europa – un nome, un programma, creato per sostenere Rutelli e poi smarrito nella stampa italiana al pari del suo riferimento politico  – aveva presentato così la sua nomina: 

Come responsabile welfare e scuola del Pd ha lavorato alla riforma del sostegno a scuola. In più di un’occasione Faraone ha spiegato che la scuola «non consiste solo nella didattica con studenti seduti ai banchi e davanti l’insegnante, è anche altro e per garantire l’altro è necessario che la forza docente non sia vincolata solo all’attività in cattedra».

Fin da giovanissmo Faraone, che è nato a Palermo nel 1975, ha mossi i primi passi in politica  ed è stato segretario cittadino dei Democratici di sinistra. Nel 2001 è stato eletto consigliere comunale a Palermo con 1550 voti, per poi essere riconfermato nel 2007 venendo riconfermato nel 2007 con il doppio delle preferenze.

Nel 2008 è stato eletto deputato all’Assemblea regionale siciliana per il Pd, ottenendo oltre 8000 preferenze nel collegio di Palermo.

Dal 2009 al 2012 ha ricoperto l’incarico di capogruppo del Partito democratico del comune di Palermo. Nel 2012 ha partecipato alle primarie per il centrosinistra per la candidatura a sindaco di Palermo, arrivando terzo dietro Fabrizio Ferrandelli e Rita Borsellino. Alle elezioni politiche del 2013 è stato eletto alla Camera nella circoscrizione XXIV Sicilia 1.

Il 9 dicembre dello stesso anno è diventato membro della segreteria nazionale del Partito democratico, e nominato dal nuovo segretario Matteo Renzi, responsabile del settore “welfare e scuola”.

Una carriera tutta politica, e fin qui non c’è nulla di male. Si è occupato di scuola per conto del Pd, e anche qui non avremmo avuto nulla da ridire – se non sul merito, ovviamente – se il neo viceministro avesse potuto esibire qualche merito specifico. Ad esempio master post laurea, partecipazione a ricerche pubblicate, per non dire libri sull’argomento di cui tanto si deve occupare. In fondo persino il fascismo storico, volendo “riformare” la scuola italiana, mise sul ponte di comando dell’istruzione la migliore testa pensante di cui disponeva, Giovanni Gentile.

Al contrario, segnala addirittura la neutra Wikipedia, la sua biografia di studioso risulta un tantino deficitaria:

Diplomatosi Perito chimico e poi iscrittosi alla facoltà di Scienze politiche (senza aver mai conseguito la laurea), Faraone ha mosso i primi passi in politica nella Sinistra Giovanile e nel marzo del 2000 viene eletto all’unanimità segretario cittadino dei Democratici di Sinistra di Palermo[1], carica che manterrà fino allo scioglimento del partito nel 2007.

Niente laurea, insomma. La sua scheda biografica nel sito della Camera dei Deputati, pudicamente, si limita a segnalare che è stato eletto in Sicilia.

Numerosi post su Facebook, di docenti siciliani che l’hanno conosciuto da giovane, ricordano con dubbio orgoglio il suo record: sedici anni di iscrizione fuori corso all’università. Ma laurea niente.

Più cattivi gli esponenti del Movimento 5 Stelle, che hanno ricordato quanto registrato nelle indagini dei carabinieri sulla famiglia mafosa dei Rizzuto, del quartiere San Lorenzo – Resuttana di Palermo, che ne avrebbero sponsorizzato la campagna elettorale per le regionali del 2008.

Quanto di meglio si poteva sperare, per risollevare la scuola italiana…

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