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La torta in faccia a Debora Serracchiani

La signora Debora Serracchiani è vicesegretaria del Pd, presidente della regione Friuli e naturalmente renziana senza se e senza ma.

Nonostante il lungo elenco di cariche ricoperte oggi e in passato (è stata anche parlamentare europeo) sembra non aver ancora compreso bene la distinzione profonda tra cariche di partito e cariche istituzionali; insomma, l’abc della tripartizione di poteri classica della democrazia liberale.

Ha infatti affermato, dai microfoni di RaiNews, che

«Io rispetto molto il presidente Grasso. Credo sia un presidente di garanzia, ma credo anche che, essendo stato eletto nel Pd, debba accettarne le indicazioni».

In realtà voleva dire “io non rispetto affatto il presidente del Senato, e anzi gli ricordo che l’abbiamo messo lì noi, quindi ci deve obbedienza cieca”. Ma sarebbe stato un po’ proppo gasparriano, come tono, quindi gli spin doctor de Pd le hanno consigliato una formulazione più sfumata dell’identico concetto.

Non siamo degli adoratori della democrazia liberale, ma chi dice di ritenerla il migliore dei regimi possibile dovrebbe quanto meno averne studiato i meccanismi centrali. Considerare la seconda carica dello Stato – a Costituzione vigente – come una dependance della segreteria di un partito è un insulto sanguinoso. Alla persona, al pensiero politico liberale, a tutti i cittadini di questo paese. Trattare l’istituzione pubblica come proprietà privata (un partito, bisogna ricordare, è un’associazione privata, benché di dimensioni sociali) è l’ultimo stadio di ogni procedura golpista.

Che torta in faccia sia, dunque!

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