Non solo Roma. Anche Milano si prepara a ospitare la mobilitazione contro la guerra di sabato. La mobilitazione, indetta dalla piattaforma sociale Eurostop all’indomani degli attentati di Parigi – che hanno fatto piombare l’Europa in un clima da stato d’emergenza, con i governi del vecchio continente pronti a portare le proprie truppe in tutto il Mediterraneo e non solo – vede l’adesione di decine di organizzazioni, associazioni, comitati e singoli intellettuali e militanti di quella parte del movimento contro la guerra che ha riempito le piazze in questi ultimi 25 anni di guerra permanente. Un percorso complesso, quello che ha portato ad indire la mobilitazione di Milano, portato avanti in decine di assemblee, incontri e riunioni che hanno mostrato la decisa volontà di riprendere parola di tutta quella parte del movimento No war che non si è rassegnata all’idea di una guerra permanente che dura da 25 anni, e che non si è trasformata – in alcuni casi in modo clamoroso – da pacifista ieri in interventista oggi.
Su Milano convergeranno gli aderenti alla mobilitazione non solo di tutte le città lombarde e i militanti delle organizzazioni aderenti, ma anche gli attivisti veneti impegnati da anni nelle lotte contro l’ampliamento delle strutture militari Nato della regione, rappresentanti del movimento No Tav della Val di Susa – dove nei giorni scorsi è stata organizzata un’assemblea di lancio della manifestazione – componenti dei comitati “NO F 35” di Novara e del resto del Piemonte. Sono diversi infatti i pullman che si stanno organizzando dal Veneto, dal Piemonte e dall Emilia Romagna per raggiungere Milano, mentre altre in altre città come Genova si stanno organizzando gruppi collettivi che saliranno in treno o con altri mezzi.
Una manifestazione che si annuncia ampia e composita, caratterizzata dalla determinata volontà degli organizzatori di non cedere alle provocazioni di chi concepisce una mobilitazione contro la guerra alla stregua del tifo da stadio tra diverse fazioni o come uno strumento utilizzabile a seconda delle convenienze politiche della fase.
Il concentramento è stato fissato per le ore 15 da piazza San Babila, da cui partirà il corteo, aperto da uno striscione uguale a quello di Roma, con uno slogan inequivocabile: “Se 25 anni di guerra vi sembrano pochi. Basta guerra”. Il corteo si dirigerà verso piazza “24 Maggio” dove sono in programma interventi e azioni comunicative per far giungere il messaggio a quanta piú gente possibile. Per lo questo motivo, oltre alla piazza di Milano, in alcune città del nord Italia si stanno organizzando diversi presidi di appoggio alla mobilitazione.
Di fronte ad un presente che si fa sempre più cupo, la giornata del 16 gennaio si presenta come un importante momento di rilancio della mobiltazione contro la guerra e contro le politiche di sacrifici imposte dalla UE in questi anni. La formula “austerity in casa e guerra alle porte”, portata avanti negli ultimi anni dai governi dell’Unione Europea, inizia finalmente a scontrarsi anche in Italia con i primi passi di una forza che dichiara fin da subito di voler mettere sul tavolo degli imputati non solo la guerra ma tutto il sistema che l’ha generata e che vuole farcela accettare come l unica strada percorribile.
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