Aggiornamenti
18.30 – Il comunicato di valutazione della giornata della Piattaforma Sociale Eurostop: Migliaia in piazza contro la guerra a Roma e Milano. L’inerzia è finita
18.10 – Alcune altre foto dalla manifestazione di Roma
18.00 – Da Sassari le immagini del presidio contro la guerra, regolarmente in piazza nonostante l’intervento di censura della locale Questura.
17.50 – A Milano mentre il corteo continua ad entrare in piazza alcuni spezzoni danno vita a dei momenti comunicativi. Mentre gli aderenti al sindacato USB stanno lanciando in aria delle lanterne cinesi come simbolo di pace, i militanti della Campagna Noi Restiamo hanno riprodotto quanto già rappresentato a Bologna nei giorni scorsi a proposito di decapitazioni da parte dell’Unione Europea e della guerra: lavoro, diritti sociali, pace, partecipazione popolare.
17.35 – A Milano la testa del corteo, che si è notevolmente gonfiato rispetto alla partenza, è arrivata in Piazza XXIV Maggio mentre la coda sta ancora sfilando in via Torino. Durante il percorso un rappresentante dell’Usb migranti ha denunciato la condizione dei lavoratori stranieri a causa delle guerre condotte dai governi occidentali e dai regimi corrotti dei paesi di provenienza, della disoccupazione, della precarietà, della malaugurata scelta da parte dei governi di investire in guerre e armi invece che sui giovani, sulla loro formazione, sul loro futuro. Poi dall’amplificazione si sono susseguiti altri interventi sul tema della disoccupazione: a questo proposito un militante di “Noi Restiamo” ha spiegato: noi restiamo (e non emigriamo) per costruire percorsi di costruzione di un futuro diverso nel quale non ci siano guerra che violentano culture e popoli, nel quale non ci siano sfratti che buttano i giovani e le famiglie in mezzo ad una strada, in cui le nuove generazioni abbiano una alternativa dall’abbandonare il proprio paese per cercare un lavoro dignitoso all’estero. In piazza anche i curdi, alcuni collettivi studenteschi, i comitati di solidarietà con la Palestina e i centri sociali Cantiere e Panetteria.
17.15 – Il corteo romano è arrivato a conclusione, da alcuni minuti i partecipanti – alcune migliaia – sono concentrati in piazza Madonna di Loreto, a lato di piazza Venezia, dove si stanno tenendo gli interventi di alcuni esponenti delle forze promotrici tra i quali Giorgio Cremaschi, Franco Russo, Pierpaolo Leonardi, Bassam Saleh, Sergio Cararo, un rappresentante di Noi Saremo Tutto, Leonardo Mazzei, Marco Ferrando ed altri. Molto significativa la presenza di manifestanti arrivati da Napoli e dal resto della Campania. Soddisfazione è stata espressa dagli organizzatori per la riuscita affatto scontata della giornata di mobilitazione, partita in sordina a dicembre e poi montata con l’adesione di numerose forze politiche e sociali. Dopo anni di silenzio e di assenza di significative manifestazioni per la pace oggi alcune realtà si sono prese la responsabilità di tornare in campo non con un generico appello alla pace, ma chiedendo la fine dell’uso della guerra come mezzo per l’affermazione dei propri interessi geopolitici ed economici da parte dell’Unione Europea e delle altre potenze imperialiste che si contendono il globo, la fine della militarizzazione della società, lo stop alle politiche emergenzialiste che portano ad una riduzione dei diritti civili e sociali, uno stop consistente alla spesa militare a vantaggio di investimenti e piani di tipo sociale.
16.45 – La testa del corteo milanese si sta avvicinando a Piazza 24 maggio, data simbolo del massacro di operai e contadini avvenuto nel corso della Prima Guerra Mondiale. Dallo spezzone dell’Asia Usb un militante denuncia la guerra che mette sotto attacco i diritti del lavoro, i diritti civili e sociali. Da un lato il colonialismo contro i popoli del sud del mondo, dall’altra un attacco incessante da parte dell’Unione Europea contro i popoli e i lavoratori all’interno e all’esterno dei confini continentali. L’intervento ricorda gli attacchi in Libia e in Siria e riconosce il ruolo di Matteo Renzi come portavoce di un blocco continentale che si rafforza per spartirsi il bottino in competizione con altri poli imperialisti.
16.30 – Finora nè i quotidiani nazionali nè i giornali locali di Roma e Milano stanno informando i propri lettori a proposito delle manifestazioni contro la guerra che si stanno svolgendo oggi pomeriggio. Silenzio totale, censura totale.
16.15 – E’ partito poco fa anche il corteo di Milano, che nel frattempo si è gonfiato, in piazza ci sono circa 1500 persone provenienti da varie città del nord Italia. Alcuni spezzoni di manifestanti gridano slogan come “Scoppiano le guerre scoppia anche la rabbia il popolo insorge per rompere la gabbia” e “La Nato e il Pd son complici davvero farebbero bruciare il mondo intero”.
15.55 – Il corteo di Roma è partito ed ha imboccato Via Cavour. In testa lo striscione della Piattaforma Sociale Eurostop recita: “Se 25 anni di guerra vi sembrano pochi…basta guerra”. Dietro alcune migliaia di persone, alle quali durante il percorso, come da tradizione, se ne aggiungeranno altre man mano che il corteo si avvicina alla sua conclusione.
15.45 – Piazza San Babila a Milano continua a riempirsi, in piazza ci sono gli striscioni della Piattaforma Eurostop Bologna che recita “Basta politiche di guerra”; quello del Comitato contro la guerra di Milano che invece dice “La guerra è contro i lavoratori. No ai governi imperialisti, giù le mani dalla Siria e dall’Iraq”; lo striscione del Comitato No Guerra No Nato recita invece “No alle stragi di ieri e di oggi”; presenti spezzoni dell’Usb, di Noi Restiamo, Fronte Popolare, del Comitato Ucraina Antifascista, del Comitato No F35 di Novara.
15.30 – La piazza di Roma si riempie, presenti anche alcuni gruppi di immigrati con i loro striscioni, il “Comitato No guerra No Nato” con le bandiere russe e del Donbass, l’organizzazione politica Ross@, alcuni centri sociali, i comitati di solidarietà con la lotta del popolo palestinese.
15.20 – Tra le adesioni delle forze sociali e sindacali alla giornata di mobilitazione contro la guerra di oggi spiccano quelle dei No Tav della Val di Susa e quella dell’Unione Sindacale di Base. Scrive il sindacato di classe in un comunicato: “L’Unione Europea ha assunto la gravissima decisione di sottrarre dai vincoli dell’austerità di bilancio le spese militari, togliendo così ulteriori risorse che invece dovrebbero essere investite per rilanciare e aumentare la spesa sociale ed il welfare. (…) La stessa Unione Europea che con le sue politiche di austerità e di riduzione del debito sta producendo in molti paesi un aumento esponenziale della disoccupazione, l’attacco ai salari e alle pensioni, la cancellazione dei diritti e del lavoro buono, la privatizzazione dei servizi sociali e dei beni comuni. (…) Per queste ragioni i lavoratori, i disoccupati, i pensionati, le donne non possono assistere passivamente all’escalation militare in atto, ma devono riprendersi la parola, perché l’opposizione senza condizioni alla guerra, il rilancio del welfare, la difesa dei diritti e della democrazia costituiscono due facce della stessa medaglia.
15.15 – Anche Piazza San Babila a Milano si sta riempiendo man mano che i partecipanti al corteo provenienti da tutto il centro-nord affluiscono con i treni e i pullman nel capoluogo lombardo. Uno striscione esposto in piazza recita: “Non un uomo, non un soldo per la guerra”.
15.05 – Da Sassari il Fronte Indipendentista Unido che insieme al Pcl ha organizzato il locale presidio contro la guerra ha fatto sapere ieri che “la Questura di Sassari invece di recapitare agli organizzatori le normali prescrizioni previste per un ordinario sit-in lancia minacce indicando persino cosa scrivere e non scrivere sui volantini! A pretesto di questo insopportabile clima intimidatorio viene preso il fatto che domani si svolgerà il processo ai presunti terroristi islamici al tribunale di Sassari. grazie a questa scusa viene praticamente paralizzata la città e si cerca di impedire ogni manifestazione di dissenso. È ora di far capire a questa gente che hanno passato il segno e che la libertà e l’agibilità politica non è una gentile concessione della Questura ma un diritto fondamentale che abbiamo tutta l’intenzione di esercitare a prescindere. Domani tutti in piazza d’Italia alle ore 17. Ci avvicineremo quanto possibile alla sede del PD che è di fatto il braccio armato della NATO e lo strumento più obbediente di cui l’Esercito Italiano dispone per perpetrare l’occupazione militare della nostra terra!”
14.55 – a Piazza Esquilino a Roma è in corso il concentramento del corteo che raccoglierà i partecipanti provenienti dal centrosud dell’Italia. Sono visibili gli striscioni di alcune delle componenti organizzate che daranno vita alla manifestazione capitolina: quello dell’Unione Sindacale di Base, e poi Noi Restiamo-Noi Saremo Tutto, Carc, Rete dei Comunisti, Partito della Rifondazione Comunista ed altri. Visibili in piazza alcune bandiere palestinesi e della Federazione Russa.
14.45 – Tra le varie adesioni ve ne sono anche alcune istituzionali, come quella del sindaco di Napoli Luigi De Magistris e dell’amministrazione del comune di Mugnano di Napoli
14.40 – Qui l’appello di convocazione della manifestazione con le prime adesioni individuali e collettive: Se 25 anni di guerra vi sembran pochi… Il 16 gennaio in piazza
14.30 – Per oggi la Piattaforma Sociale Eurostop, formata da diverse organizzazioni politiche, sindacali, sociali e territoriali, ha indetto due manifestazioni a Roma e a Milano in occasione del venticinquesimo anniversario dell’inizio della prima guerra contro l’Iraq, iniziata appunto il 16 gennaio del 1991. Alla cosiddetta ‘prima guerra del golfo’ ne sono seguite negli ultimi 25 anni molte altre – nei Balcani, in Medio Oriente, in Africa – mentre interi popoli, a partire da quello palestinese e da quello curdo, sono stati massacrati sull’altare degli interessi delle grandi potenze in competizione tra loro per il controllo di territori, mercati, corridoi, avamposti militari. Interi paesi – dalla Jugoslavia alla Libia, dall’Afghanistan alla Siria all’Iraq – sono stati letteralmente disintegrati dagli apprendisti stregoni di un imperialismo sempre più aggressivo e irresponsabile che soffia sugli odi etnici, le divisioni religiose e le contrapposizioni territoriali per meglio dominare aree sempre più vaste del globo.
Una giornata di lotta, quella di oggi, orientata naturalmente contro l’arroganza e la prepotenza militarista degli Stati Uniti, principali responsabili dell’utilizzo della guerra come ‘normale’ strumento di dominazione e di eliminazione dei nemici, ma diretta anche a denunciare le aspirazioni imperialiste di una Unione Europea che si costruisce ad immagine e somiglianza della superpotenza protagonista negli ultimi decenni di invasioni, embarghi, occupazioni militari, blitz, sostegni a organizzazioni jihadiste e terroriste di vario tipo.
Come recita un passaggio dell’appello della Piattaforma Eurostop che ha portato alla costruzione delle due manifestazioni nazionali di oggi: “L’Unione Europea, che impone politiche di massacro sociale nel nome della riduzione del debito, ora autorizza a superare i vincoli del rigore per le spese di guerra. Un ospedale non si può costruire in deficit, ma un carro armato sì. E mentre i migranti sono vittime delle “nostre guerre”, la politica di guerra li usa per alimentare lo spirito securitario e xenofobo che colpisce sia i migranti quanto ogni forma di dissenso”.
Sono numerose le forze, i singoli e i collettivi che, pur non facendo parte della Piattaforma Eurostop, hanno comunque aderito alla giornata di mobilitazione contro le guerre e nei giorni scorsi numerose assemblee si sono tenute in tutta Italia a proposito dei temi posti dalle manifestazioni. Per la giornata di oggi, oltre ai due appuntamenti nazionali, ne sono stati convocati anche altri. Tra oggi e domani sono stati già convocati gli appuntamenti che di seguito elenchiamo:
CAGLIARI. Sabato 16, ore 16.00 presidio in piazza Yenne, assemblea ore 18.00 presso “Sa Domu” in Via Lamarmora.
SASSARI. Sabato 16, dalle ore 17.00 alle 20.00 Presidio contro la guerra davanti alla sede del PD, Piazza Italia.
TRIESTE. Sabato 16, dalle ore 16.00 alle 18.00, Presidio contro la guerra, in Piazza della Borsa.
LIVORNO. Sabato 16, dalle ore 17.30, presidio contro la guerra a partire dalle 17.30, in Piazza Grande.
SIGONELLA, 17 Gennaio, ore 10.00, Manifestazione presidio NoWar sul 25° anniversario della guerra nel Golfo per la smilitarizzazione di Sigonella e della Sicilia, di fronte alla base di Sigonella.
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