Un pomeriggio all’insegna del dibattito e del ribaltamento dell’ideologia del “merito” e della “competizione” quello organizzato ieri dalla Campagna Noi Restiamo di Bologna in piazza Verdi, in concomitanza (e opposizione) con lo “Start-up day”, l’iniziativa patrocinata dall’Unibo al Teatro Comunale di via Zamboni, proprio antistante a piazza Verdi. Numerosa la partecipazione tanto di singoli studenti quanto di diverse realtà politiche e sociali all’assemblea pubblica nella storica piazza universitaria bolognese, sotto gli occhi di un nutrito cordone della celere – erano ben sette i blindati a presidiare la piazza e il portico del Teatro Comunale.
Il dibattito è stato aperto dall’intervento di Marta Fana, ricercatrice di Economia presso la facoltà di Scienze Politiche presso l’università di Parigi, che ha puntualmente descritto la condizione di precarietà alla quale sono sottoposte in particolare, ma non solo, le fasce giovanili in Italia, spiegando come la retorica riguardante le start-up sia del tutto falsificante rispetto alla realtà dei fatti. Lungi dal creare occupazione, crescita e progresso tecnologico, in un assetto produttivo già caratterizzato dal cosiddetto “nanismo” industriale come quello italiano, queste micro-imprese contribuiscono a frammentare ancora di più e ad accentuare la competizione, sempre più spietata in tempo di crisi, il già ultra-precarizzato e atomizzato mondo dei giovani.
È seguito dunque l’intervento dell’USB, che ha sottolineato l’importanza di far convergere le lotte di precari, studenti, disoccupati e migranti insieme alle lotte per il diritto all’abitare – alle quali ha dato voce, nell’intervento seguente, anche ASIA, da giorni ormai con il pericolo di sgombero imminente per l’occupazione di via Irnerio.
È intervenuto quindi anche il Collettivo Universitario Autonomo di Bologna, che ha posto diverse problematiche vissute dagli studenti universitari – dalla “mensa più cara d’Italia”, al nuovo Isee – e sottolineando la competizione cui sono costretti, nel proprio percorso di studi, in vista di un futuro di instabilità lavorativa ed esistenziale in cui “uno su mille ce la fa”.
In chiusura, due interventi di singoli studenti che hanno posto la necessità di moltiplicare iniziative allargate come quella appena svolta, ponendo a tutti i partecipanti una questione diretta: “perché in Francia esiste una mobilitazione così estesa per il loro Jobs Act mentre qui non si è mossa una foglia?”
Il dibattito è stato aperto dall’intervento di Marta Fana, ricercatrice di Economia presso la facoltà di Scienze Politiche presso l’università di Parigi, che ha puntualmente descritto la condizione di precarietà alla quale sono sottoposte in particolare, ma non solo, le fasce giovanili in Italia, spiegando come la retorica riguardante le start-up sia del tutto falsificante rispetto alla realtà dei fatti. Lungi dal creare occupazione, crescita e progresso tecnologico, in un assetto produttivo già caratterizzato dal cosiddetto “nanismo” industriale come quello italiano, queste micro-imprese contribuiscono a frammentare ancora di più e ad accentuare la competizione, sempre più spietata in tempo di crisi, il già ultra-precarizzato e atomizzato mondo dei giovani.
È seguito dunque l’intervento dell’USB, che ha sottolineato l’importanza di far convergere le lotte di precari, studenti, disoccupati e migranti insieme alle lotte per il diritto all’abitare – alle quali ha dato voce, nell’intervento seguente, anche ASIA, da giorni ormai con il pericolo di sgombero imminente per l’occupazione di via Irnerio.
È intervenuto quindi anche il Collettivo Universitario Autonomo di Bologna, che ha posto diverse problematiche vissute dagli studenti universitari – dalla “mensa più cara d’Italia”, al nuovo Isee – e sottolineando la competizione cui sono costretti, nel proprio percorso di studi, in vista di un futuro di instabilità lavorativa ed esistenziale in cui “uno su mille ce la fa”.
In chiusura, due interventi di singoli studenti che hanno posto la necessità di moltiplicare iniziative allargate come quella appena svolta, ponendo a tutti i partecipanti una questione diretta: “perché in Francia esiste una mobilitazione così estesa per il loro Jobs Act mentre qui non si è mossa una foglia?”
In una breve nota, Noi Restiamo rilancia anche il convegno su Formazione e Ricerca promosso dalla RdC, che si terrà in via dello Scalo il prossimo 30 Aprile.
“L’iniziativa pubblica di confronto sui temi della precarietà e della retorica con cui vorrebbero imporcela ha visto ieri la partecipazione di un centinaio di studenti e studentesse attratti dalla possibilità di mettere in campo qualcosa che, almeno nelle intenzioni, possa riprodurre le dinamiche di discussione e mobilitazione che in questi giorni stanno attraversando Parigi e tutta la Francia, come ricordato proprio da uno studente francese intervenuto al microfono aperto.
Ringraziamo Marta Fana, gli attivisti del sindacalismo conflittuale e le realtà studentesche che hanno animato il dibattito, così come tutti coloro che hanno dato voce alle proprie opinioni mettendosi in gioco collettivamente, al contrario dell’ideologia di competizione al ribasso proposta pochi metri più in là al Teatro Comunale, dove veniva ospitata l’ennesima kermesse dell’Unibo utile all’avidità di certe banche e di certi imprenditori voraci come l’ospite d’onore Oscar Farinetti, più che agli studenti senza patrimoni e i cui bisogni possono essere espressi solo nelle lotte.
In una pizza Verdi militarizzata, ringraziamo tra gli altri l’Asia-Usb che ci ha invitato tutti alla Colazione solidale contro il rischio di sgombero di via Irnerio! + Conferen che in queste mattine a partire dalle 6 dà vita alla resistenza attiva degli abitanti delle Case Occupate Nelson Mandela, del Centro Studio Occupato Terzopiano che tante volte ha dato vita ai nostri progetti, e dove a partire da questa mattina abbiamo toccato con mano la solidarietà di tutti coloro che nelle lotte territoriali vedono l’unica prospettiva concreta per la messa in moto di un cambiamento generale e più complessivo. Solo mettendo in connessione queste lotte è possibile dare impulso alla costruzione di un progetto politico che sappia tenere conto delle alleanze sociali possibili, dello sviluppo della competizione internazionale e delle alternative praticabili fuori dalla cornice dell’attuale sistema di guerra interna ed esterna.
Nei prossimi giorni continuerranno le nostre attività di approfondimento teorico tanto quelle concrete, con cui in ogni caso mettere a nudo la situazione del mondo reale, aldilà delle retoriche della nostra controparte.
Come è stato ricordato anche ieri, tutte le realtà politiche e sociali, così come i singoli interessati a mettere in discussione i paradigmi dominanti sono invitati al Convegno Nazionale convocato dalla Rete dei Comunisti sui temi della Formazione e della Ricerca inscritti nel contesto dell’accentramento di capitali e di competenze dentro l’ #UnioneEuropea: anche noi porteremo il nostro contributo insieme ad altre sigle e molti intellettuali, sabato 30 aprile proprio a Bologna, a partire dalle ore 10 presso gli spazi dei Giardini Lorusso in Via dello Scali 21.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa